È arrivato quel magico momento dell’anno in cui la squadra di CNBC International attraversa l’Atlantico per una settimana intera direttamente da Washington, D.C.. Anche se siamo fisicamente negli Stati Uniti, sarà l’Europa a dominare la scena, con incontri serrati a colpi di chiacchiere con governatori di banche centrali e ministri delle finanze europei, tutti riuniti per le Assemblee Annuali del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale. Indipendentemente dalle sfide macroeconomiche di portata globale, sembra che ogni Paese del vecchio continente abbia deciso di concentrarsi sulle sue beghe interne, come se il blocco non fosse mai stato così frastagliato proprio quando avrebbe bisogno di coesione.
Prima la Francia, e poi… il caos
La Francia è sempre il solito punto dolente. Come racconta la nostra Charlotte Reed direttamente da Parigi, l’incertezza politica senza precedenti fa tremare i mercati obbligazionari francesi come un terremoto passeggero ma costante. Dal cuore di Washington, Karen Tso si prepara a discutere con il Governatore della Banque de France e membro del Consiglio della Banca Centrale Europea, Francois Villeroy de Galhau, per scoprire come l’incubo politico all’Eliseo influenzi le decisioni di politica monetaria.
Francois Villeroy de Galhau ha confessato recentemente durante un’intervista a RTL Radio:
“Siamo tutti stufi di questo pasticcio politico”,
avvertendo che questa confusione sta erodendo la fiducia di aziende e consumatori, rischiando di sottrarre fino allo 0,2% alla crescita economica – niente di meno che una tragedia degna di un dramma greco se paragonata all’ottimismo di facciata.
La Germania si regge in piedi… per ora
Se la Francia è un campo di battaglia, la Germania sembra camminare su un terreno più solido. Secondo Goldman Sachs, l’economia tedesca dovrebbe mostrare i muscoli nel 2026, grazie al governo guidato dal cancelliere Friedrich Merz, che promette di mettere la “velocità e l’esecuzione” fiscale al primo posto – perché chi non ama un po’ di austerità e rigore senza compromessi?
Una musica celestiale per le orecchie del presidente della Bundesbank Joachim Nagel, che avrà il piacere di parlare con CNBC durante le riunioni del FMI e della Banca Mondiale. Ma, non stupitevi se vi mette subito in guardia: nell’intervista rilasciata al New York Times ha invitato a non abbassare la guardia, rammentando come l’Europa non possa permettersi di rilassarsi di fronte a tariffe commerciali discutibili, la competitività cinese e l’inevitabile scontro sull’indipendenza delle banche centrali. Insomma, una specie di “stai sereno” in salsa finanziaria.
La Spagna cavalca l’onda del successo
Nel frattempo, il sole splende ancora sulla Spagna, che gode di un momento di gloria, tanto che le agenzie di rating sembrano averle dato il doppio pollice in su. Dopo Moody’s e Fitch, anche S&P Global ha deciso di innalzare il rating creditizio spagnolo, come se fosse una performance sportiva da applaudire.
Questa settimana, CNBC avrà il piacere di dialogare con il ministro delle finanze Carlos Cuerpo, che ha sfruttato la spinta robusta dell’economia spagnola (confrontata ai balbettii europei) per spingere per riforme nel mercato finanziario del blocco. Insomma, mentre a Parigi si dibatte tra scandali e incertezze, Madrid sembra giocare d’anticipo sulla partita del futuro.
Prossimi appuntamenti: dati e profezie economiche
Il calendario economico della settimana è un invito a un balletto di numeri da capogiro: aperture con i dati sul commercio della Cina, passando per l’inflazione tedesca e la disoccupazione nel Regno Unito, fino agli utili trimestrali di giganti come Ericsson e ASML. Ci sarà pure spazio per i dati sul PIL britannico e l’inflazione europea, senza dimenticare l’attesa per i risultati di ABB e AB Volvo.
Insomma, mentre il panorama politico ed economico europeo sembra un delicato equilibrio su una corda sospesa, le stelle della finanza internazionale si affollano per aspettare che la prossima crisi bussi alla porta con il classico tempismo perfetto.



