Già, la favola della giovane che rinuncia a un lavoro scintillante da ingegnere informatico a Chicago per andare a insegnare ai bambini del Kenya rurale. Non è un romanzo strappalacrime, ma la realtà di Nelly Cheboi, incoronata Eroina dell’Anno 2022 da CNN. Perché, ovviamente, lasciare la sicurezza di un contratto ben pagato per dedicarsi alla beneficenza è esattamente quello che tutti noi stiamo aspettando di fare a cuor leggero.
Il pubblico, dopo una selezione tutto sommato democratica, ha scelto lei tra i primi dieci “eroi” di CNN. E che cosa ha fatto di tanto eccezionale? Ha fondato TechLit Africa, un’associazione no profit che distribuisce computer riciclati a ragazzi remoti nelle campagne kenyane: una missione che, nella sua magnanimità, sembra un remake hi-tech di un film di Robin Hood.
Come fosse una festa di famiglia, Nelly ha ritirato il premio accompagnata dalla madre, che ha lodato per “aver lavorato duramente per educarci”. L’inizio del discorso è stato un bel duetto canoro, una specie di colonna sonora nostalgica che, a detta sua, le ricordava i bei tempi della sua infanzia tra fame e speranza.
Il premio? Una bella manciata di $100,000 per espandere la sua nobile impresa. Ma attenzione: non solo soldi. Anche un pacchetto di sovvenzioni, formazione organizzativa e supporto dall’onnipresente Elevate Prize Foundation. E, ciliegina sulla torta, una sovvenzione aggiuntiva da $300,000 e altri $200,000 di assistenza varata grazie alla collaborazione tra CNN Heroes e questa nuova fondazione che sembra dispensare elargizioni come fossero caramelle.
Nelly è cresciuta nella povertà di Mogotio, una cittadina nascosta chissà dove in Kenya. “Conosco bene la sofferenza della fame,” racconta lei, ormai 29enne, con quella sfrontatezza da chi ha fatto dell’eroismo un business ben pagato. “Mai dimenticherò quei brontolii allo stomaco nelle notti di fame.” Ma non è forse dolce il riscatto di una che ha fatto della povertà un trampolino?
Dopo faticosi studi, ottiene una borsa di studio che la porta nel mitico Augustana College in Illinois. Partenza in salita: zero conoscenze informatiche, carta e penna per scrivere lavori, battaglie per trasferire tutto sul laptop. In sostanza, un manuale per trasformarsi da ignorante in digitale — un po’ come la favola del brutto anatroccolo dentro l’università americana.
Il salto di qualità arriva al terzo anno, quando un corso di programmazione obbligatorio le infonde l’amore per la scienza dei computer. Da lì, niente più ritorno: non è solo una questione di carriera, ma una missione da portare a casa sua, nel bel mezzo dell’Africa profonda.
Se però pensate che questo amore le abbia regalato subito facilità, vi sbagliate di grosso. Nelly ha dovuto praticare la dattilografia “a occhi chiusi” per mesi prima di superare un colloquio di coding. Oggi questa abilità è una delle colonne portanti del suo programma didattico, e vedere bambini di sette anni digitare senza guardare è, secondo lei, un motivo di orgoglio quasi commovente.
Una volta dentro il mondo del software, la scoperta che i computer venivano letteralmente gettati via da aziende che aggiornano i loro sistemi ha acceso una lampadina: perché non portarli là dove potrebbero servire? Detto, fatto. Insomma, pagava tasse, spese doganali e trasportava personalmente le macchine a seguito. Addirittura ha raccontato che in un’occasione il costo per portare 44 computer in valigia superava quello del biglietto aereo. Che brillante esempio di investimento personale.
Nel 2019, insieme a un altro ex ingegnere software, ha fondato TechLit Africa. Questo magnanimo ente accetta donazioni di computer da aziende, università e benefattori vari, pulisce e rimette a nuovo tutto per poi spedire il materiale scolastico a scuole rurali kenyane, dove i bimbi dai 4 ai 12 anni ricevono lezioni quotidiane e più di qualche attività stimolante con esperti del settore, persino in musica o branding personale. Un vero e proprio Olimpo dell’educazione multifunzionale.
Inutile dire che, tra tante belle intenzioni e premi scintillanti, rimane da chiedersi quanto tutto questo sistema di beneficenza caritatevole con tanto di premi milionari guidi veramente la soluzione al problema della disparità tecnologica che affligge interi continenti. Ma che importa: meglio uno che ci prova, anche se con un sorriso da copertina e un assegno ben gonfio.
Ah, la nostalgia della scuola tradizionale! Ma non temete, TechLit Africa è qui per trasformare l’educazione con un tocco di tecnologia da sogno. Come ha brillantemente sottolineato il loro fondatore Kiprono Cheboi, in questa era moderna si può passare dal seguire una lezione a distanza con la NASA alle produzioni musicali, tutto grazie a un click.
Attualmente, l’organizzazione si vanta di servire “ben” 10 scuole, ma, con tutta questa ambizione (e probabilmente una buona dose di ottimismo), sperano di espandersi fino a collaborare con 100 scuole entro il prossimo anno. Una piccola rivoluzione, direi.
Cheboi sogna in grande, anzi, iperbolicamente:
“Spero che quando i primi ragazzi di TechLit finiranno le superiori, possano trovare un lavoro online, perché sapranno programmare, fare graphic design, e persino marketing. Il mondo è la loro ostrica quando sono istruiti. Offrendo risorse e competenze, stiamo spalancando il mondo a loro.”
Una serata ricca di eroi e autoincensamenti
Come ogni anno, arriva il tanto futuristico “CNN Heroes: An All-Star Tribute”, quella magnifica celebrazione in cui celebrità, presentatori e qualche attore di serie B si radunano per dirci quanto sia fantastico essere generosi… e magari far parlare un po’ di sé.
Anderson Cooper e Kelly Ripa hanno guidato questa parata di buonismo, e l’attrice-cantante Sofia Carson ha colto l’occasione per dedicare un inno alla lotta e alla sopravvivenza, con la complicità della famigerata songwriter Diane Warren. La canzone? “Applause”, perché si sa, un applauso risolve tutti i problemi.
L’eccezionale Aidan Reilly è stato presentato dall’attrice Aubrey Plaza. Questo giovane gnomo senza superpoteri ha fondato l’organizzazione Farmlink Project, un’idea dolce quanto scontata: mettere in contatto il cibo in eccesso delle fattorie americane (che altrimenti finirebbe sprecato) con chi ha bisogno. Due anni, 70 milioni di libbre di cibo redistribuite… una vera impresa da Guinness (o da presentazione in PowerPoint a effetto).
Non dimentichiamo la dolce Debra Vines, mamma-autrice di iniziative per famiglie toccate dall’autismo nelle zone più “deprivate” di Chicago, celebrata da un’altra mamma autistica, l’attrice Holly Robinson Peete. Mica roba da poco: oltre 4.000 famiglie – ma certo, bastano quattro parole d’ordine per scatenare le lacrime e gli applausi.
Non poteva mancare l’intrusione “cucciolosa”: Justin Theroux, vincitore di un Emmy (quasi una garanzia), ha portato sul palco il suo cane adottato per omaggiare Carie Broecker e il suo Peace of Mind Dog Rescue. Perché, in fondo, chi non ama un po’ di morbidezza tra tanto paradosso umano?
Ah, e l’energia giovanile? Due ragazzini eccezionali, ovviamente scelti con criteri di unicità commovente:
Ruby Chitsey, 15 anni da Harrison (Arkansas), ha inventato “Three Wishes for Ruby’s Residents”, un sistema per donare beni personali agli anziani delle case di riposo che, per inciso, non possono proprio permetterseli. Una missione di vita precoce che scalda il cuore dei social media.
E poi Sri Nihal Tammana, 13 anni di Edison (New Jersey), con il suo “Recycle My Battery”, che si occupa di raccogliere batterie usate per tenere “pulito” il nostro ecosistema. Un vero angelo ambientalista di quartiere.
Ma aspettate, c’è anche una trama degna di un thriller politico: il tributo alle due operatrici elettorali della Georgie, Shaye Moss e sua madre Ruby Freeman, le cui vite sono state gettate nel caos dalle false accuse di frode elettorale che hanno fatto impazzire i social. Un esempio lampante di come l’eroismo oggi arrivi condita da cospirazioni da bar.
Nel frattempo, CNN ha stretto un’alleanza con una piattaforma di raccolte fondi per facilitare le donazioni alle organizzazioni dei Top 10 Eroi dell’anno. E, per aggiungere un tocco di marketing sotto mentite spoglie di altruismo, Subaru ha deciso di raddoppiare ogni donazione fino a 50.000 dollari per ciascuno degli eroi celebrati, dimostrando che anche le auto possono fare beneficenza.
Insomma, se avete in mente qualcuno che fa miracoli nel vostro quartiere, tenete d’occhio il sito di CNN per candidarlo al titolo di Eroe del 2023. Perché, ricordiamolo, in questo vasto varietà di buoni samaritani si contano oltre 350 “eroi” passati, con ben 55 milioni di persone aiutate in tutti e 50 gli stati americani e in oltre 110 paesi. Una vera epidemia di bontà, a cui è impossibile sottrarsi.



