Nel glorioso anno 1998, Michael Jordan indossò un paio delle sue leggendarie Air Jordan 13 nere e rosse durante la Gara 2 delle finali NBA, portando i Bulls a una vittoria epocale. Ebbene sì, queste scarpe, monicker di una vittoria che tutti ricordano, sono ora l’acquisto più costoso mai registrato all’asta per delle sneakers. Spoiler: il prezzo finale? Un prestigioso e non meno modesto ammontare di 2,2 milioni di dollari, battendo quel record di “povero tutto sommato” di 1,47 milioni stabilito nel 2021 da un paio di Nike Air Ships – roba da poco, indossate dallo stesso Jordan, ma in tempi meno gloriose.
Questa vendita giunge con tempismo perfetto nel cosiddetto “Anno Jordan” – perché, ovviamente, nulla si può fare senza ricordare l’iconico numero 23 che ha segnato un’epoca. All’inizio dell’anno, la linea Air Jordan ha stretto un patto d’oro con Sotheby’s per mettere all’asta 13 paia di sneakers retrò, dedicate a The Notorious B.I.G.. Non stupisce che ogni lotto abbia sfidato ogni previsione, superando di gran lunga la stima iniziale di 5.000 dollari, con un massimo che ha toccato oltre 32.000 dollari — perché quando c’è hype, il portafoglio si apre da solo.
Il 2023 era l’anno delle glorie del passato: la maglia indossata da Jordan durante la Gara 1 delle finali del 1998 è diventata l’oggetto di memorabilia sportivo più costoso mai venduto all’asta, raggiungendo un incredibile valore di 10,1 milioni di dollari sempre da Sotheby’s. Niente male per una t-shirt sognata da milioni, ma che di stoffa aveva solo la storia.
La celeberrima rincorsa finale di Jordan con i Chicago Bulls è oggi leggenda, ribattezzata “The Last Dance”, titolo di un documentario che ha mandato milioni di fan in estasi. Il ritiro di Jordan, annunciato appena qualche settimana prima delle finali, ha trasformato quella serie di sei partite contro gli Utah Jazz nella più guardata della storia della NBA, secondo Nielsen. Ovviamente, l’eroe tornerà più tardi, dal 2001 al 2003, per una commovente – e meno vittoriosa – parentesi con i Washington Wizards.
Brahm Wachter, responsabile di streetwear e collezionismo moderno da Sotheby’s, ha commentato con la solita umiltà entusiasta:
“Le memorabilia sportive indossate da Michael Jordan si sono dimostrate, ancora e ancora, tra gli oggetti più elitari e desiderati sul mercato. Tuttavia, i pezzi provenienti dalla sua stagione del ‘Last Dance’ superano ogni scala e aspettativa, come dimostrato dalla vendita da record della sua maglia della Gara 1 nel 2022.”
Le sneakers in questione, protagoniste di Gara 2 a Salt Lake City (vinta 93-88 dai Bulls dopo la dipartita in Gara 1), sono l’ultimo modello nero e rosso delle Air Jordan 13 mai indossato da Jordan in una partita NBA. Un dettaglio che certamente non passa inosservato se si parla di collezionismo da orologiai svizzeri.
Come da tradizione di Jordan, usciti trionfanti, quelle stesse scarpe vennero firmate e regalate al ball boy nella squadra ospite — un gesto gentile che, da qualche parte, eleva l’arte del collezionismo a santo Graal. Magica umiltà, si dirà.
Il mercato del mitico “Last Dance”: un circo di cifre assurde
Le Air Jordan 13 sono state le star di “Victoriam”, un’asta che ha raccolto pezzi unici portati in gioco da atleti del calibro di Tom Brady, Kobe Bryant e Roger Federer. Altri cimeli di Jordan non sono stati da meno: una maglia indossata nelle finali 1998 è volata a 508.000 dollari, mentre un paio di Air Jordan 1 del 1985 ha fatto ridere ai piani alti con una cifra che supera i 127.000 dollari.
Tra gli oggetti più ambiti spiccano anche la canotta indossata da Kobe Bryant con i LA Lakers, venduta per oltre 406.000 dollari, e una maglia da calcio indossata dal leggendario Pelé nel suo debutto con i New York Cosmos nel lontano 1975, battuta al prezzo di poco più di 177.000 dollari. Roba per veri intenditori con tasche profonde.
Ecco quindi le mitiche Air Jordan 13 firmate da Michael Jordan, testimonianza tangibile di vittorie, glorie e, soprattutto, occasioni per svuotare profumatamente il portafogli di qualche nostalgico collezionista disposto a tutto pur di mettere le mani su un pezzo di leggenda.
