Oltre la metà degli imprenditori sta già preparando le valigie per scappare, dice HSBC

Oltre la metà degli imprenditori sta già preparando le valigie per scappare, dice HSBC

Ah, i ricchi imprenditori, quei maghi del denaro con portafogli talmente gonfi da far impallidire un pallone aerostatico. Secondo un’indagine di HSBC – sì, proprio quella banca che ci tiene a farci sapere che il mondo è pieno di soldi e di chi vuole spostarli – oltre la metà di questi signori (ben il 57%, niente meno) sta pensando di acquistare una seconda casa entro i prossimi dodici mesi. Perché? Beh, forse per scappare da qualche fisco meno indulgente o magari perché il posto dove vivono ora è diventato troppo… ordinario. Nel gruppo dei giovani imprenditori della Gen Z, questo desiderio di fuga balza ancora di più, raggiungendo oltre il 75%. Che gente così inquieta.

Non è mica la tassazione la vera molla, stentate a crederci? Solo un terzo degli intervistati ha indicato la “efficienza fiscale” come motivo per lasciare il proprio Paese. E così la montagna di articoli dedicata alle tasse sembra svanire come neve al sole davanti a motivazioni più “nobili”. Al primo posto spuntano la sicurezza e la protezione (47%) e poi l’educazione (52%), roba da far impallidire qualunque zio timoroso del futuro dei nipoti. Ma non è finita: a guadagnarsi il podio con un bel 67% c’è la voglia di espandere il business in nuovi mercati o conquistare nuove opportunità di investimento. Seguono a ruota i sogni di “qualità della vita” con un dignitoso 63%. Perché d’altronde, cosa vale un gruzzolo da milioni senza una vita da sogno da immortalare su Instagram?

In pratica, le tasse «creano montagne di articoli», ma per la maggior parte degli imprenditori non sono certo il fattore determinante per decidere dove mettere radici. E no, non è magia, è solo un modo elegante di dire che ci sono motivi più… interessanti (e redditizi) per spostarsi in giro per il globo.

Beh, non poteva mancare il momento di panico legato alla famigerata proposta di imposta sulla ricchezza in Francia e agli spauracchi delle nuove norme fiscali in Regno Unito, che avrebbero dovuto scatenare un esodo di milionari. E qui arriva la sorpresa: solo una piccola parte degli americani si è detta interessata a trasferirsi. Quelli che invece hanno voglia di varcare il confine, a ben vedere, sono più attratti dalla possibilità di vivere nuove culture (72%), molto più della media globale (57%) e anche dei super-ricchi con patrimonio sopra i 100 milioni di dollari (61%).

E i nostri amici francesi? Sembra proprio che si godano la loro cultura come se fosse una pietanza prelibata, con solo il 39% che si sente tentato dall’avventura di un trasloco.

Dove vanno i ricchi?

Il podio delle destinazioni preferite è tutto un programma: primo posto per Singapore al 12%, seguito dal Regno Unito al 10%, con Giappone e Svizzera appaiate al 9%. E dopo tutto questo sparlare di dazi e barriere commerciali imposti da Donald Trump lo scorso aprile, gli Stati Uniti resistono al quinto posto con un modesto 8%, esattamente come l’anno passato. Curioso, vero? Meno desiderabile rispetto a una magica metropoli asiatica o a un castello europeo, evidentemente.

Ma bisogna ammettere che il Giappone sembra aver fatto breccia negli animi degli imprenditori asiatici, chi l’avrebbe detto?

La Svizzera: il paradiso della qualità della vita

Siamo quasi tentati di definirla la meta ideale per chi non teme le banche e la cioccolata: la Svizzera è l’unica nazione in cui la ricerca di una “qualità della vita migliore” batte nettamente il desiderio di accedere a nuove opportunità d’investimento o di lanciare il proprio business oltre confine. Con un 57% che sogna montagne pulite e orologi impeccabili, supera il 49% di chi vuole fare il grande affare e il 48% degli imprenditori che mira a espandersi. L’unico altro posto dove l’esperienza culturale riesce a prevalere sull’educazione è proprio il Giappone. Che dire? Evidentemente la cultura, quella vera, ha ancora un suo fascino.

Imprenditori e adattamento: una dolce lotta

Nonostante tutta questa disponibilità a spostarsi per affari, la paura del salto nel vuoto è evidente. Più che timori sulla riorganizzazione delle attività imprenditoriali (che preoccupa il 36%), agli imprenditori tremano le vene dei polsi per la paura di adattarsi a un ambiente nuovo: il 40% teme il cambiamento culturale più di qualsiasi altra cosa. Chissà se in fondo sognano solo di ritrovarsi al bar sotto casa, con quella rassicurante banalità che solo la quotidianità può regalare.

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