Ottobre è il mese in cui i bambini diventano protagonisti di un fenomeno quasi rituale: la tosse. Eh sì, sembra che questa brutta compagnia porti sempre con sé i virus parainfluenzali, immancabilmente attivi in questo periodo con un trionfale 28% dei casi di infezioni respiratorie, accompagnati da raffreddore, raucedine e perfino congiuntivite. Poi a novembre? Magicamente, questa presenza si dimezza quasi a metà, per attestarsi intorno al 15%, e a dicembre si risolleva a un dignitoso 18%, prima di sparire pressoché del tutto durante il resto dell’inverno. Che precisione chirurgica, no?
Italo Farnetani, pediatra di professione e paciere genitoriale di vocazione, stordisce i genitori con un bel “non allarmatevi”. Traduzione? La tosse non è il segnale di chissà quale pestilenza, bensì il normale costo di iscrizione alla scuola dell’infanzia, quasi un rito di passaggio. La vera colpevole non è il freddo in sé, ma la scelta poco saggia di chiudersi in casa con porte e finestre serrate, creando un ambiente da incubatrice perfetta per ogni virus possibile. Quindi, niente panico per l’ondata di gelo che sta spazzando l’Italia: il ghiaccio non arriva a tiranneggiare i polmoni dei nostri piccoli eroi.
Secondo Farnetani, i genitori dovrebbero concentrarsi su una strategia molto più intelligente: mantenere i bambini all’aria aperta, preferibilmente nelle ore in cui la temperatura decide di essere meno offensiva. Parchi pubblici ovviamente, lontani dai “templi dell’inquinamento” come i semafori e il traffico caotico, così i piccoli possono finalmente sfogarsi in compagnia dei loro pari, facendo anche quella tanto vituperata socializzazione che la tecnologia minaccia di sabotare.
E quando l’aria aperta non è un’opzione? Semplice: si regala alla casa una ventata… letteralmente. Ventilare gli ambienti chiusi almeno 45 minuti al giorno, anche se l’idea di spalancare le finestre quando fuori fa freddo sembra una follia. Ma non temete, questa aria fredda tiene a bada la polvere e quei minuscoli e invisibili veicoli di malanni vari. Morale: aria nuova o morire (di noia in casa, soprattutto).
Ovviamente, c’è ancora quel piccolo dettaglio che nessuno sembra voler ricordare: lavarsi le mani. La magia di questo gesto semplice, ossessivamente ripetuto durante la pandemia, resta la pietra angolare nella lotta ai germi. Mano invisibile del contagio, il nostro pollice mette spesso in scena un migliore spettacolo di quanto immaginiamo, veicolando ogni sorta di malanni in un batter d’occhio.
Allora, sport e freddo sono davvero incompatibili? Farnetani smentisce qualsiasi falsa credenza: i bambini devono continuare a fare esercizio all’aperto, perché una sana dose di movimento è un rimedio più efficace di qualsiasi liquido o rimedio miracoloso che non lo sia. La tosse? Un classico dell’infanzia. Pensate che un bambino nei primi sei anni di vita può arrivare a tossire fino a 100 giorni in totale – ovvero quasi tre mesi e mezzo – senza che nessuno debba saltare in iperventilazione. Ovviamente, se la tosse si fa terribile, potrebbe nascondere qualcosa di serio come una polmonite, ma lasciamo al medico il piacere di agire da detective e prendere la palla al balzo per confermare o smentire questa ipotesi con una bella radiografia.
Qualche dritta per affrontare la tosse senza impazzire? Innanzitutto, far bere il bambino. L’acqua, e più in generale i liquidi, sono dei mucolitici naturali senza bisogno di farmaci miracolosi né sciroppi da supermercato. A proposito di sciroppi: lasciateli tranquillamente sugli scaffali, a meno che non li prescriva il medico, perché l’automedicazione è il miglior sistema per complicarsi la vita. Ah, e profumi intensi? Meglio evitarli, perché il rischio di scatenare un broncospasmo non è uno scherzo da poco.
Ma non finisce qui: mantenere l’ambiente umidificato è il segreto nascosto per non far impazzire le vie respiratorie dei piccoli guerrieri della tosse. Un trucco vintage ma geniale è quello di mettere asciugamani bagnati sui caloriferi, così da evitare l’aria secca da disidratazione polmonare. Quando, poi, di notte arriva il famoso senso di soffocamento, quel fastidioso laringospasmo da infiammazione delle vie aeree superiori, ecco una soluzione semplice ed efficace: portate il bambino in bagno, aprite i rubinetti dell’acqua calda e saturate l’aria di vapore. Magicamente, il disagio svanisce, come per incanto (o quasi).



