Una tranquilla nottata di fine settimana a Settimo Vittone, in provincia di Torino, si è trasformata in una tragedia stradale che definire spiacevole è un eufemismo. Una ragazza di appena 18 anni ha perso la vita in un incidente che sembra uscito da un copione già troppo letto, mentre altri giovani coetanei, tra i 17 e i 18 anni, si sono ritrovati a fare i conti con le conseguenze fisiche di quella terribile notte.
I soccorsi, tempestivi come sempre, sono arrivati grazie al generoso intervento del 118 di Azienda Zero, un nome sobrio per un sistema che tenta disperatamente di salvare vite umane, anche quando la sorte sembra aver già deciso il suo triste destino. La ragazza più gravemente ferita è stata trasportata con un’ambulanza medicalizzata all’ospedale di Ivrea, laddove il personale sanitario ha praticato un massaggio cardiaco senza sosta lungo tutto il tragitto. Peccato che ogni sforzo si sia infranto contro la dura realtà: la giovane è spirata all’arrivo in ospedale, certificando l’inevitabilità di certe tragedie.
Non contenti di questo, i drammi stradali hanno deciso di ripetersi nella stessa notte, regalando ad Torino un’altra dose di inquietudine. Stavolta in via Adamello, due veicoli hanno deciso di scontrarsi con la stessa voglia di caos. Cinque feriti, tutti rigorosamente polifratturati, come se la regola fosse fare le cose in grande, hanno trovato pronti e indaffarati gli operatori del 118 – sempre dell’Azienda Zero – che hanno smistato i malcapitati tra gli ospedali Cto e Martini, elargendo codici rossi e gialli come se fossero figurine rare.
Sembra che a Torino la notte porti con sé non solo sonno e sogni, ma anche incidenti degni di una brutta serie TV: protagonisti tra i 25 e i 30 anni, età in cui si suppone si stia ancora godendo la vita, non trascorrendola in corsia d’ospedale. D’altronde, il caos e la sfortuna non conoscono età.
Insomma, quello che emerge è un quadro desolante: giovani vite messe a repentaglio e un sistema di emergenza sempre in prima linea a tentare di rimettere insieme i pezzi, pezzi che a volte sembrano irrimediabilmente spaccati. Le notti torinesi tra sabato e domenica non sono mai state così movimentate, e ci si chiede quanto ancora si possano chiamare “normali”.



