Sla e i cosiddetti linguaggi della cura: a Trento l’ennesimo seminario per far finta di cambiare qualcosa

Sla e i cosiddetti linguaggi della cura: a Trento l’ennesimo seminario per far finta di cambiare qualcosa

Come si comunica la scienza quando in ballo ci sono la vita, la cura e persino il futuro delle persone? Una domanda che sembra banale ma che, ovviamente, meritava un seminario dallo stile solenne e pomposo: ‘Linguaggi della Cura – Solo Lavorando Assieme: tra cura, scienza e verità condivisa’, organizzato da Aisla, quella specialista della sclerosi laterale amiotrofica che si è gentilmente offerta per ospitare il summit nella cornice tutta patinata dell’Itas Forum di Trento, sabato 18 ottobre 2025.

Un’occasione irripetibile, si dice, dove si raduneranno i migliori esperti in circolazione: ricercatori, clinici, giornalisti, istituzioni e quella strepitosa creatura chiamata società civile, tutti uniti nel tentativo titanico di creare un linguaggio della cura che faccia miracoli come rendere accessibili contenuti da cervelloni, facilitare un dialogo degno di un congresso onorario e, ciliegina sulla torta, proporre linee guida per una comunicazione etica. Insomma, il sogno di un mondo dove le parole guariscono quasi quanto la medicina.

La lunga giornata, con un programma che va dalle dieci di mattina alle quattro del pomeriggio (per non farsi mancare nulla), sarà piena zeppa di lezioni magistrali impartite da figure nazionali e internazionali, sessioni tematiche, e workshop interattivi dedicati a studenti, giornalisti e operatori sanitari. Per chi ancora non avesse capito, il seminario si rivolge a tutti: dai giovanissimi al personale medico, passando per chi ha la SLA, i familiari, i caregiver e persino quei mitici volontari che sembrano non dormire mai.

Fulvia Massimelli, presidente nazionale di Aisla, esprime solennemente l’anima del progetto:

“Linguaggi della Cura nasce con l’intento di unire competenze diverse in una narrazione condivisa, che dia valore tanto alla scienza quanto alla vita delle persone. Solo lavorando assieme possiamo trasformare la comunicazione in uno strumento di cura e di prossimità.”

Tradotto: senza la magia della collaborazione – ovviamente declinata in mille workshop e paroloni – rischiamo di perderci nella Torre di Babele delle cure, condannati a una comunicazione che sarebbe solo una fiera delle parole vuote.

Ma non finisce qui: l’evento promette di essere una vetrina scenografica della nuova frontiera dell’informazione medica, quella dove scienza, etica e retorica si sposano in un abbraccio quasi commovente per svelarci i segreti di una comunicazione che cura non solo il corpo, ma anche l’anima del pubblico.

Per chi proprio non resiste all’idea di assistere a questo spettacolo di senso, basta scrivere via e-mail a Aisla per prenotare il posto o scoprire il programma completo: la scienza, si sa, non accetta più misteri, soprattutto se presentata con la verità condivisa… e un pizzico di retorica ben calibrata.

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