Chi l’avrebbe mai detto, ancora una giornata da manuale del maltempo italiano, con pioggia, temporali e venti pronti a dimostrare tutta la loro forza da forti a burrasca. Ormai è un leitmotiv questa storia delle regioni che si pigliano la dose quotidiana di rischio idrogeologico, meteo estremo e quant’altro, ma evidentemente serve ancora qualche altro capitolo per capire cosa significhi davvero “allerta gialla”.
Il copione si ripete: una rabbiosa area di bassa pressione, che si consolida proprio sulle aree ioniche, fa scendere un’aria gelida direttamente dai Balcani, come se fosse un invito a non mettere mai via l’ombrello. Ovviamente, il suo arrivare non è discreto, ma accompagnato da temporali belli carichi, e venti così impetuosi da essere definiti “burrasca”, con qualche scatto addirittura verso burrasca forte. Un vero e proprio tour de force per le regioni centro-meridionali, le vere protagoniste di questa tragedia meteorologica con il gusto amaro del déjà vu.
Ovviamente, quando si parla di allerta gialla, il senso è tutto nel loro verbo più spesso pronunciato: attenzione. Quindi, la Protezione civile – il rituale arbitro di queste partite meteorologiche – ha deciso che oggi toccherà a Puglia, Molise e diversi angoli di Abruzzo, Basilicata, Calabria e Sicilia mettersi comodi sotto scrosci e temporali vari. Come se non bastasse, la Campania, per non sentirsi tagliata fuori dalla guerra del tempo, ha lanciato un avviso per vento forte e mare agitato che durerà fino a domani sera. Sperando che i rovesci si prendano una pausa prima del prossimo capitolo di questa saga di nuvole ribelli.
Il teatrino delle previsioni meteorologiche tra paure di allerta e solita routine
Se questa è la climatologia che ci aspetta, si percepisce un’attenzione sobria ma costante all’allerta “gialla”: quella che avvisa che «però, se succede qualcosa di serio, non dite che non eravamo stati chiari». Una forma d’arte burocratica che dà rassicurazioni solo se si considera rassicurante il fatto di avere sempre il pulsante dell’emergenza pronto a scattare. Tutto ciò mentre le regioni di turno si ritrovano a rincorrere gli aggiornamenti, tra qualche preoccupazione e tanta inevitabile ironia sul destino dal cielo sempre più capriccioso.
In fondo, non è deleterio pensare che ogni temporale, ogni raffica di vento che sfonda la soglia della normalità, sia la nuova occasione per mettere in scena l’ennesima diretta dalle zone a rischio, tra sirene, cartelli e ripetuti inviti a non uscire di casa, ma al tempo stesso a lasciarla aperta se proprio si deve. La certezza è che la coesione tra fenomeno meteorologico e comunicazione ufficiale arrivi sempre puntuale, pronta a reggere il palco di un copione così consolidato da sembrare scritto per immergerci nel teatro dell’assurdo climatico del nostro Belpaese.



