Ad ottobre ritorna puntuale come un orologio svizzero, per la quindicesima volta consecutiva, FrecciaRosa, quel meraviglioso progetto di prevenzione del tumore al seno che, come un’ode alla salute pubblica, viaggia su rotaie grazie alla Fondazione IncontraDonna in collaborazione con il Gruppo Fs italiane. Non poteva mancare l’onnipresente supporto dell’Aiom e il patrocino nobilissimo del ministero della Salute, quell’istituzione sempre attenta alle priorità di questo Paese. Per un intero mese, infatti, le corsie di treni ad alta velocità, Intercity e Regionali si trasformeranno in ambulatori a quattro ruote, offrendo visite e consulenze oncologiche gratuite a bordo, così che tutti possano convenientemente scoprire che la prevenzione si prende anche con il biglietto del treno. Lo scopo? Ovviamente incentivare la cultura della prevenzione e favorire la diagnosi precoce del tumore alla mammella, perché si sa: prevenire è meglio che curare, soprattutto quando si può fare comodamente seduti su una poltrona di prima classe. La campagna nazionale, presentata oggi a Roma dal ministro della Salute Orazio Schillaci, ha visto sfilare un cast di illustri personaggi: dal presidente del Gruppo Fs Tommaso Tanzilli, a quello di Trenitalia Stefano Cuzzilla, passando per la fondatrice di Fondazione IncontraDonna Adriana Bonifacino, la consigliera federale della Fir Silvia Pizzati, il segretario generale della Figc Marco Brunelli e il presidente eletto di Aiom Massimo Di Maio. Un parterre de roi, insomma, per elevare definitivamente la prevenzione a spettacolo viaggiante.
Ogni santo giorno in Italia più di 1.000 anime sfortunate si vedono diagnosticare un cancro. Nel 2024, si dice, sarebbero addirittura 390.100 i nuovi casi stimati, un numero da far girare la testa. Fortunatamente, la scienza e il buon senso ci vengono incontro: gli stili di vita virtuosi e la partecipazione ai programmi di screening del Servizio sanitario nazionale sono, in teoria, i nostri salvacondotti. Pare che fino al 40% dei tumori possa essere evitato semplicemente adottando queste buone pratiche. Che peccato che molti preferiscano ignorarle. Orazio Schillaci ha avuto la gentilezza di ricordarlo, sottolineando che portare la prevenzione sempre più vicino agli italiani è una missione sacra, una priorità da santificare.
Orazio Schillaci ha dichiarato:
“Dobbiamo sensibilizzare i cittadini a prendersi cura della propria salute, anche quando si sta bene. Vincere il cancro è una sfida che abbiamo messo al primo posto da subito e lavoriamo ogni giorno per promuovere stili di vita sani e migliorare l’adesione ai programmi di screening gratuiti offerti dal Servizio sanitario nazionale. Serve un impegno collettivo e un approccio proattivo: proprio in questa direzione si muove la campagna FrecciaRosa che da 15 anni attraversa in treno l’Italia, grazie al prezioso contributo di medici e volontari, per rafforzare la prevenzione del tumore al seno.”
Impossibile non applaudire anche le splendide parole del presidente del Gruppo Fs, Tommaso Tanzilli, che si è lanciato in un encomio del progetto FrecciaRosa, definendolo “testimonianza concreta” dell’impegno di tutta la compagnia ferroviaria per la salute pubblica. La collaborazione con Fondazione IncontraDonna, Aiom e tutte le istituzioni coinvolte, assicura, dimostra quanto sia essenziale fare squadra quando si tratta di questioni tanto delicate e importanti per la collettività. Insomma, stazioni e treni non sono più solo luoghi dove prendere un caffè troppo caro o attendere ritardi, ma divengono spazi di informazione, dialogo e sensibilizzazione in grande stile, capaci di raggiungere milioni di viaggiatori nel corso di questi 15 anni.
Da parte sua, Adriana Bonifacino, la fondatrice di Fondazione IncontraDonna, ha tenuto a precisare che la prevenzione non è un lusso, ma un dovere civico che si deve soprattutto alle donne italiane. E se davvero si pensa che un treno possa trasformarsi in un ambulatorio, il passo successivo sarà quello di trasformare le carrozze in palcoscenici per talk show medici o forse in circoli dove discutere la dieta perfetta per sconfiggere il cancro. Di certo, la confusionaria innovazione non manca, mentre la salute pubblica si gode questo spettacolo itinerante con un misto di speranza e scetticismo.
Mentre continuiamo a contare le vittime quotidiane di questa terribile malattia e a brillare con le nostre campagne di sensibilizzazione su rotaia, resta da chiedersi se davvero un progetto tanto romantico quanto itinerante potrà cambiare davvero le sorti della prevenzione oncologica in Italia. Oppure ci accontenteremo ancora una volta di applaudire da bordo binario, in attesa che il treno della salute, speriamo, non deragli.
Da ben 15 anni, FrecciaRosa attraversa magistralmente lo stivale, portando la prevenzione oncologica sulle rotaie nazionali. In alcune deliziose fasce d’età – sì, proprio lì dove sperano di beccare qualche povera mammella sospetta – sarà persino possibile sottoporsi a visite senologiche e a quella simpatica ecografia di supporto. Tutto ciò, naturalmente, con l’obiettivo di indirizzare le malcapitate verso ulteriori approfondimenti nelle rutilanti strutture del Servizio Sanitario Nazionale. Fermi tutti: in Italia, oh sorpresa, ci sono tre programmi di screening oncologico attivi. Tre! Per il tumore al seno, quello della cervice uterina e, dulcis in fundo, il colon-retto. Eppure, incredibilmente, l’adesione rimane più disomogenea di una sagra di paese: solo il 41% della popolazione partecipa a queste magnifiche iniziative di prevenzione.
Non c’è da meravigliarsi troppo, visto che nel Belpaese:
il 58% degli adulti si diletta con l’alcol (quasi come se fosse un rito sociale irrinunciabile), il 33% naviga nelle acque del sovrappeso come se fosse una nuova tendenza, e il 10% si è cucito addosso un pancione da manuale con l’obesità. Il 27% ha scelto la carriera da divano con orgoglio, rimanendo sedentario, mentre il 24%, evidentemente allergico all’aria pulita, continua a fumare come se non ci fosse un domani.
Roberto Di Maio ha voluto ricordarci una verità niente affatto scontata (ma si sa, qualcuno deve pur farlo):
“Il consumo di alcol è correlato a ben sette categorie di carcinoma. Tra i più celebri, il tumore al seno nelle donne e quello al colon negli uomini. Il fumo, poi, da solo si prende il merito del 25% dei decessi oncologici a livello mondiale. Solo in Italia superiamo le 94mila vittime all’anno imputabili al tabacco.”
Naturalmente, non poteva mancare la dotta perla sulla potenza dell’attività fisica:
“Un’arma potentissima per la prevenzione, capace di abbassare il rischio di moltissimi tumori e, se non bastasse, un beneficio comprovato anche per chi già convive con la malattia. Noi, operatori sanitari, ci impegniamo a dare l’esempio e diffondere questo messaggio come fossero le ultime novità di gossip.”
Prevenzione oncologica: un caposaldo nazionale in eterna ristrutturazione
Manuela Tamburo De Bella, la manna dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, ci offre la sua illuminante visione:
“La prevenzione oncologica è il pilastro delle politiche sanitarie nazionali. Progetti come FrecciaRosa riescono a trascinare i cittadini verso screening e informazioni di qualità, alimentando così la favoletta della sensibilizzazione e della cultura della salute. La nostra agenzia si dedica ogni giorno a monitorare come vanno le cose nei territori — immagino tra call center, report e qualche slogan motivazionale — cercando di garantire almeno un’apparenza di equità e uniformità dei servizi offerti dal Servizio Sanitario.”
In tutto questo gloria e impegno, Enrica Giorgetti, direttrice generale di Farmindustria, si prende la scena per ricordarci quanto siano impegnate le industrie farmaceutiche a sviluppare farmaci innovativi, quasi fossero il Messia della lotta contro il cancro femminile. Pare che nel mondo siano circa 1.200 i farmaci in fase di sviluppo clinico rivolti alle donne, la metà dei quali contro il tumore al seno. Ma attenzione, perché la ricerca da sola, nemmeno Dio, basta. Se c’è qualcosa da ricordare, è che “la prevenzione viaggia con noi” (e come no!), e soltanto la magnifica alleanza fra istituzioni, imprese, medici e cittadini potrà trasformare il cancro in una passeggiata da banalizzare con un hazy #superabile.
FrecciaRosa: il treno che non si ferma (e non lascia dubbi)
L’ultima edizione di questo festival itinerante ha fatto numeri da capogiro: 42 milioni di passeggeri accolti, 1.500 prestazioni erogate, 46 treni mobilitati e oltre 100 medici e volontari in campo. Senza scordare le magiche 22.708 copie del ‘Vademecum della Salute’ distribuite come fossero oracoli sacri. Aggiungiamo poi 200 prestazioni gratuite in un angolo di paradiso chiamato Scalo San Lorenzo, con screening, vaccini anti-Hpv e antinfluenzali per allietare la vita ai fortunati 150 visitati.
Che dire, quando un evento così prezioso — impeccabilmente patrocinato dal Ministero della Salute e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri — riceve pure la Medaglia del Presidente della Repubblica per il terzo anno consecutivo, si capisce che siamo davanti a qualcosa di serio. Il 2025 avrà come nuovo slogan “Da 15 anni la prevenzione viaggia con noi”: una frase che grida continuità e solidità di un impegno che, a sentir loro, accompagna milioni di cittadini come una fedele sceneggiatura di una serie TV di successo.
Novità dell’anno prossimo? La collaborazione con la Figc e la Fir – quel geniale connubio fra calcio e rugby, il crossover perfetto per diffondere messaggi di prevenzione e sensibilizzazione. La Fondazione IncontraDonna contribuirà con un sostanzioso supporto a un progetto di ricerca sul tumore al seno, aumentando (con tutta questa benevolenza) il valore sociale e scientifico della missione. E come ciliegina sulla torta, la carismatica Carolyn Smith riceverà un premio speciale come Ambasciatrice d’eccezione per il suo instancabile sostegno nel corso degli anni.
Nel 2025, la carovana di FrecciaRosa riprenderà a sfrecciare a Scalo San Lorenzo, negli spazi di Fs Logistix. Il 21 ottobre, come un santuario per la salute, offrirà screening gratuiti per la prevenzione del tumore al seno e la vaccinazione contro l’Hpv, in collaborazione con la Asl Roma 1 e l’università La Sapienza di Roma. Insomma, un appuntamento imperdibile, quasi come un concerto di quelle star che non spariscono mai.



