Messina piange il solito incidente da manuale: elettricista 61enne schiacciato da un muletto, tragedia che non sorprende più nessuno

Messina piange il solito incidente da manuale: elettricista 61enne schiacciato da un muletto, tragedia che non sorprende più nessuno

Un altro giorno, un altro dramma nel magico mondo della sicurezza sul lavoro a Messina. Questa volta protagonista involontario è un elettricista di 61 anni che ha perso la vita nell’area artigianale di Larderia Inferiore. E come se non bastasse, la scena sembra uscita da un film tragicomico: il nostro sfortunato lavoratore è stato schiacciato da un muletto, un mezzo che dovrebbe facilitare il lavoro, ma evidentemente ha altre idee.

Secondo le primissime, fantasiosissime ricostruzioni, l’uomo stava tranquillamente facendo il suo lavoro all’interno di un impianto dedicato al movimento terra, quando il conducente del muletto, in uno slancio di estrema distrazione o forse semplicemente perché was troppo preso dai suoi pensieri, non si è accorto di lui e lo ha travolto senza pietà.

Arriva immancabile la Polizia, pronta a scattare foto, prendere appunti e analizzare ogni centimetro del teatro dell’assurdo per capire l’esatta dinamica del fatto. Perché, si sa, la burocrazia prima di tutto: accertarsi che sia tutto in regola e che nessuno abbia combinato qualcosa di davvero clamoroso.

La sicurezza sul lavoro? Un optional irrinunciabile.

Ovviamente, un episodio così non può che farci riflettere amaramente sulla celeberrima efficacia delle norme di sicurezza nei cantieri e negli impianti industriali italiani. Perché di sicuro stiamo parlando di norme perfette… almeno sulla carta. La realtà, quella meno fotografata nei comunicati ufficiali, racconta tutt’altra storia: distrazioni clamorose, controlli inesistenti e l’inevitabile prezzo in vite umane.

In questo contesto, il povero elettricista non è che un numero tragico in una lista infinita di vittime annunciate. La domanda che tutti si pongono, anzi, dovrebbe porsi la società civile e tutta la classe politica, è sempre la stessa: quanto tempo dobbiamo ancora aspettare prima che la sicurezza sul lavoro diventi davvero una priorità e non solo un capitolo da archiviare in fretta?

Le parole e i fatti: l’immobilismo che uccide

Come al solito, il tam-tam mediatico farà il suo dovere: qualche titolo pomposo, qualche dichiarazione di circostanza da parte di qualche rappresentante istituzionale, e poi tutto tornerà nel dimenticatoio. Quel dimenticatoio dove vanno a precipizio le lacrime, la rabbia e la memoria di chi per una sciocchezza non è più tra noi.

Intanto, si aspetta che la legge si faccia più stringente, i controlli più severi, e i responsabili di questa tragedia vengano identificati e puniti. Ma la prevedibilità scalmanata di questi episodi ci lascia con uno strano gusto amaro in bocca: inevitabilmente, un altro “incidente” di questo tipo accadrà, altrove, domani o tra qualche giorno.