Asma grave, rinosinusite e poliposi: finalmente un farmaco che non nega l’evidenza, arriva tezepelumab

Asma grave, rinosinusite e poliposi: finalmente un farmaco che non nega l’evidenza, arriva tezepelumab

Nessuno si aspettava forse che la soluzione definitiva alla rinosinusite cronica con poliposi nasale sarebbe arrivata da un anticorpo monoclonale come il tezepelumab. E invece, a parlar chiaro, non solo riesce a limitare con una certa autorità la gravità di quei fastidiosissimi polipi nasali, ma fa anche miracoli sul fronte chirurgico: meno interventi necessari e una drastica riduzione dell’assunzione di corticosteroidi sistemici. Giusto per non farsi mancare nulla, il nostro celebrato farmaco riduce pure i biomarcatori infiammatori, ovvero quei segnali spiacevoli che indicano che qualcosa nel naso (e non solo) non funziona.

Il professor Enrico Heffler, che con il suo ruolo all’Irccs Humanitas Research Hospital e alla Humanitas University sembra decisamente aggiornato su queste cose, non ha perso tempo a spiegare che l’epitelio, quella sottile barriera che tutti noi diamo per scontata, è in realtà il cuore pulsante di questa infiammazione. E quindi, attenzione: è proprio controllando questo strato di cellule – punto di partenza di tutta la farsa infiammatoria – che si potrà finalmente migliorare la vita dei pazienti. Ovviamente, il tezepelumab ha già fatto il botto ottenendo l’approvazione e rimborso per l’asma grave in Italia, ma ora il Comitato dei medicinali per uso umano (Chmp) dell’Agenzia europea per i medicinali lo sta trattando come il nuovo golden boy anche per la rinosinusite cronica con poliposi nasale, grazie ai dati freschi di Waypoint, lo studio di fase III presentato in pompa magna ad Amsterdam e recentemente al congresso dell’American Academy of Allergy, Asthma, & Immunology.

Una barriera epiteliale troppo trascurata

Non bastava il solito bombardamento di farmaci; ora si scopre che l’epitelio, quel sottile strato che finge di essere solo l’involucro delle nostre vie aeree, è il vero direttore d’orchestra delle malattie respiratorie infiammatorie. Chi l’avrebbe mai detto? Questo tessuto apparentemente innocuo sta infatti guidando il rimodellamento strutturale che porta all’asma grave e alla poliposi nasale, due condizioni che si tengono per mano e spesso si manifestano insieme come migliori amiche del mal di testa, del naso chiuso e di quella fastidiosa sensazione di oppressione.

Le vie aeree superiori e inferiori non sono concorrenti, ma unificate in un unico, elegante sistema dove l’epitelio fa da ponte, da guardiano e da scudo immunologico. Peccato che, sotto la sua veste di supereroe, sia anche un bersaglio preferito per agenti patogeni, inquinanti e allergeni, quelli che inesorabilmente lo aggrediscono e portano al rilascio di citochine epiteliali, ovvero i piccoli diavoli chimici che scatenano una tempesta di infiammazione più che mai fastidiosa.

Al centro di questo teatro dell’assurdo c’è la famosa TSLP, la linfopoietina timica stromale, quella citochina che fa un po’ da maestro di cerimonie e che innesca e mantiene attiva tutta questa ridda di infiammazione. Sì, proprio lei, la star indiscussa del sipario epiteliale.

esposoma, quell’ammasso di allergeni, irritanti e inquinanti che ci tiene compagnia ad ogni respiro.

Secondo Heffler, questo tessuto non è solo una barriera fisica, ma un centro di comando immunitario che mette in moto la produzione di citochine chiave come la famigerata Tslp. Questa proteina è tanto sottile quanto indispensabile nella genesi delle infiammazioni croniche: bloccarla significa scardinare il meccanismo perverso delle malattie respiratorie più ostinate, da asma grave a rinosinusite cronica con poliposi nasale.

E qui entra in scena il “miracoloso” tezepelumab, il primo farmaco biologico a colpire selettivamente la Tslp, direttamente all’epitelio respiratorio. Non uno, ma ben due problemi risolti con una sola puntura. Certo, solo per i fortunati che hanno almeno 12 anni e non trovano sollievo con i soliti corticosteroidi inalatori ad alto dosaggio assortiti.

Heffler ci fornisce la solita perla di ottimismo clinico: “Bloccando la Tslp”, dice, “si spegne la risposta infiammatoria come si spegne una luce noiosa: in fretta. E per i pazienti con asma grave significa meno sintomi, meno attacchi e, naturalmente, meno cortisone orale, quel veleno dolce che tutti amano tanto.”

I soggetti con poliposi nasale, grazie allo studio Waypoint, vedono ridursi le dimensioni dei polipi come se fossero pomeriggi al sole, recuperano l’olfatto – addio al fastidioso odore di muffa –, e migliorano drasticamente la loro già torturata qualità di vita. Non serve più cortisone sistemico e gli interventi chirurgici per la poliposi si fanno più rari, quasi come la coerenza nei discorsi di questi tempi.

La rapidità e l’intensità della risposta non possono far altro che suggerire che il blocco della Tslp non è semplicemente una moda passeggera, ma una vera rivoluzione terapeutica. Il farmaco sembra destinato a diventare il preferito nella giungla della terapia biologica per la rinosinusite con poliposi, mentre i burocrati europei si prendono il loro tempo ad approvare la nuova manna per i pazienti.

Raffaela Fede, direttrice medica di AstraZeneca Italia, non esita a lanciare il messaggio: “Il nostro impegno nella ricerca respiratoria non è solo roba da laboratorio, ma mira a cambiare davvero le prospettive di questa malattia tanto coriacea quanto infastidente. Tezepelumab, primo inibitore di Tslp approvato in Italia, risponde finalmente a un bisogno clinico che sembrava inesausto, soprattutto nell’asma grave.”

Non contenta, aggiunge che i risultati dello studio Waypoint – accolti con entusiasmo persino dai comitati regolatori europei – spalancano le porte a un nuovo orizzonte per chi soffre di rinosinusite cronica con poliposi nasale. Come dire: se la medicina è un’arte, quella di tezepelumab potrebbe essere il capolavoro del momento.

E non ci si ferma qui: le sotto-analisi ampliano il bagaglio di prove che attestano come questo farmaco possa rivoluzionare il trattamento delle patologie infiammatorie “epiteliali”. Giusto per sottolineare quel piccolo dettaglio che l’epitelio non è solamente l’ultimo baluardo ma la vera chiave di volta delle nostre strazianti crisi respiratorie.

Siamo SEMPRE qui ad ascoltarvi.

Vuoi segnalarci qualcosa? CONTATTACI.

Aspettiamo i vostri commenti sul GRUPPO DI TELEGRAM!