Miracolo a Vittoria, il ragazzo sparito ricompare sano e salvo: chi l’avrebbe mai detto?

Miracolo a Vittoria, il ragazzo sparito ricompare sano e salvo: chi l’avrebbe mai detto?

Il giovane di 17 anni, rapito giovedì sera da due individui incappucciati e armati nel centro di Vittoria, si è magicamente presentato al commissariato come se nulla fosse.

Pare che il ragazzo stia perfettamente bene, e al momento sta raccontando agli inquirenti cosa gli sia realmente successo nelle ultime 24 ore, come se qualcuno credesse davvero che si tratti solo di una semplice “assenza”.

Questa inaspettata apparizione ha ovviamente attirato l’attenzione mediatica, con il momento del suo arrivo al commissariato immortalato e trasmesso in esclusiva. Ad attendere il giovane, immancabili, i familiari, pronti a riceverlo come se nulla fosse successo.

E la ciliegina sulla torta: viene subito chiarito che non è stato pagato alcun riscatto. Perché, si sa, quando due uomini armati e incappucciati si dedicano a rapire un minorenne, tutto il gioco si risolve senza un centesimo coinvolto. Una favola senza tempo.

Un’assenza misteriosa senza riscatto

Ora, il grande mistero resta: cosa è successo nelle 24 ore in cui il ragazzo è sparito nel nulla? E come diavolo ha fatto a rientrare da solo alla base, senza alcun problema, senza lasciar nemmeno un indizio di un affare losco?

Questo episodio, mentre viene trattato con la delicatezza di una commedia da dilettanti, evidenzia tutta la leggerezza con cui a volte vengono gestiti i casi di minori scomparsi o rapiti nel nostro paese. La cronaca si interessa, la gente si preoccupa ma poi tutto si risolve con un semplice “non è successo niente”.

Del resto, la narrazione ufficiale rassicura: nessun riscatto, nessuna trattativa, nessuna minaccia. Un rapimento che a ben vedere sembra una di quelle finte sparizioni organizzate negli show televisivi per attirare un po’ di audience, con la naturale differenza che qui si parla di vite reali, sensibilità e sicurezza reale.

In attesa che venga svelato il vero racconto dei fatti, possiamo solo complimentarci con la “professionalità” di chi ha orchestrato questa messinscena più o meno riuscita, lasciando sul campo più domande che verità.