Davide Lacerenza finalmente libero, l’entusiasmante scoop di Cruciani che nessuno aspettava

Davide Lacerenza finalmente libero, l’entusiasmante scoop di Cruciani che nessuno aspettava

Finalmente una buona notizia nel mare di drammi dell’ordinaria giustizia italiana: Davide Lacerenza ha abbandonato gli arresti domiciliari. La conferma arriva non da qualche fredda nota ufficiale, ma da un entusiasta aggiornamento social del solito irreprensibile Giuseppe Cruciani, il giornalista e conduttore radiofonico di La Zanzara. “Libero!!!” ha esclamato, come se fosse la liberazione di un prigioniero politico e non di uno dei tanti protagonisti delle nostre cronache.

Per la precisione, Lacerenza ha riassaporato il gusto della libertà giovedì 25 settembre alle 17:30, dopo più di sei mesi di reclusione casalinga. Peccato che rimanga confinato a Milano, ovvero il suo carcere a cielo aperto. Ma chi si accontenta gode, no? E così, nella serata di ieri, ha festeggiato la sua ritrovata autonomia con una cena in centro, come si conviene al new chapter della vita di un uomo finalmente slegato dalle mura domestiche.

Inutile dire che la trasformazione fisica è stata più che evidente: 22 chili persi, come se fosse il protagonista di un reality estremo o un malcapitato reduci di una dieta punitiva. E per di più, si sta pure “disintossicando” – parola magica che fa sempre effetto. Insomma, un nuovo Lacerenza, fresco di calibrate rinunce e pronto ad affrontare le prossime battaglie giudiziarie che lo attendono con la santa speranza che la giustizia, almeno stavolta, riesca a fare il suo dovere senza trasformarsi in un circo mediatico.

Certo, sarebbe troppo chiedere di sapere quali siano esattamente i procedimenti pendenti e quanto il nostro eroe dovrà continuare a vegliare sulla sua libertà vigilata a tempo indeterminato. Ma del resto, questa è la trama avvincente delle nostre cronache: qualche mese di prigionia, un ritorno trionfale sotto i riflettori e poi… si vedrà. E intanto, magari, perde qualche chilo e si diletta a degustare piatti nei ristoranti meneghini. Tutto normale, insomma, nel grande teatro della giustizia italiana.

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