Chi l’avrebbe mai detto: un decimo di noi manovra i sogni come autisti di taxi nell’incubo quotidiano

Chi l’avrebbe mai detto: un decimo di noi manovra i sogni come autisti di taxi nell’incubo quotidiano

Si può davvero prendere il controllo dei sogni? Sigmund Freud sosteneva che i sogni servano soprattutto a “custodire il sonno”. Peccato che nessuno sappia esattamente come si generino quei deliziosi sogni a lieto fine o quegli incubi degni di un film dell’orrore. Quello che ormai è stato accertato è che chi conduce una vita serena e tranquilla ha maggiori chance di ricevere visite oniriche piacevoli durante la notte. Al contrario, chi ha un passato segnato da traumi, lutti o semplicemente da un’esistenza caotica, si troverà a rivivere, com’è ovvio, i suoi drammi anche dormendo. E poi c’è quel 10% di italiani che si può definire – o almeno così si crede – capace di “guidare” i sogni lucidi, pilotandoli come se fossero registi di una pellicola notturna. Peccato che Liborio Parrino, professore ordinario di Neurologia all’università di Parma e membro della Società italiana di neurologia, preferisca consigliare di lasciar correre la fantasia senza troppe interferenze, soprattutto in occasione della Giornata mondiale dei sogni, celebrata proprio il 25 settembre.

Non tutti i sogni sono uguali, e la vita lo sa bene

Parrino spiega con ironia: “La vita è la vera regista dei nostri sogni”. Lo testimonia la vicenda del giornalista Egisto Corradi, raccontata niente meno che da Dino Buzzati, il suo vicino di casa e grande scrittore. Durante la seconda guerra mondiale, Corradi – inviatissimo sul campo in Russia – riuscì a schivare un carro armato. Da quel momento in poi, ogni notte si trovava a rivivere quella scena con la stessa intensità, finendo per cadere dal letto. Sì, avete letto bene, tutta la vita. Una sorta di terapia inconscia per esorcizzare la morte che quasi lo sfiorava. Da applausi. E come se non bastasse, in Israele alcuni ricercatori hanno passato al microscopio i sogni e gli incubi di giovani cittadini nelle zone bombardate, mentre presto toccherà anche agli abitanti di Gaza e Ucraina. Che originalità.”

In sintesi: essere ansiosi, preoccupati o vittime di una vita “non finita” non è un invito a nozze per i sogni sereni. Più facile invece che la notte si trasformi in un festival degli incubi, così in perfetto stile soap opera. Per fortuna che c’è Nietzsche a far da guida esemplare: “Nel suo ‘Così parlò Zarathustra’, invita gli uomini a riconciliarsi con se stessi, a ridere delle proprie follie, mantenersi positivi e seguire alcune regole del sonno. Insomma, un vero manuale d’igiene del sonno scritto molto prima che se ne parlasse”. Che profeta, eh?

Un italiano su dieci pensa di comandare i sogni: fortuna o sventura?

Torniamo a quei fantomatici “pilotatori” dei sogni, che rappresentano circa il 10% degli italiani. Parrino osserva: “Questi signori non sono semplici spettatori passivi ma consapevoli protagonisti delle trame oniriche. Se sognano di volare, si dicono: ‘Ecco, atterro pure all’isola d’Elba’. Una vera pacchia, se vogliamo. C’è chi li invidia, chi li chiama privilegiati. Io, invece, suggerisco loro di lasciar perdere e lasciare che la fantasia faccia quello che vuole. Del resto i sogni sono il nostro cinema notturno personale: siamo registi, attori, spettatori e persino aiuto registi. Ma non conosciamo mai la trama, ed è proprio questo il bello.”

Quando sognare si trasforma in un pericolo da non sottovalutare

Infine, per completare il quadro, Parrino ricorda che tra le ben 89 malattie legate al sonno c’è anche il disturbo comportamentale in fase Rem. Niente panico, si tratta di chi “dimentica” che durante questa fase il corpo dovrebbe essere paralizzato, e invece si agita, cade dal letto o addirittura tira qualche pugno al partner. Comico, no? Peccato che questa buffonata sia un campanello d’allarme da non sottovalutare, visto che chi ne soffre potrebbe sviluppare nei tempi lunghi la malattia di Parkinson. Un bel sogno, insomma, da cui sarebbe meglio risvegliarsi in fretta.

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