Un altro giorno, un’altra brillante gestione della sicurezza sul lavoro nel cuore del Milanese. Oggi a Bubbiano, un operaio di 62 anni ha tentato di sfidare le leggi della fisica, restando purtroppo schiacciato da una bobina durante la lavorazione di nastri d’acciaio. Un infortunio mortale che testimonia quanto la prevenzione sia un concetto astratto per certi ambienti industriali.
Come al solito, la rapidità d’intervento è stata encomiabile: i colleghi hanno provato subito a soccorrere il malcapitato, seguiti dai Vigili del fuoco di Milano in pochi minuti. Tuttavia, le sue condizioni erano così disperate che ogni speranza è svanita rapidamente.
Sul posto, un apparato degno di una crisi internazionale: tre mezzi dei Vigili del fuoco da via Messina, il 118, i carabinieri e i tecnici di Ats, tutti impegnati a mettere ordine tra le macerie di una gestione evidentemente fallimentare della sicurezza.
Naturalmente, le cause di questo incidente mortale restano avvolte nel mistero, come se fossero un enigma indecifrabile invece di un risultato prevedibile di disattenzioni, tagli sui fondi per la sicurezza o protocolli ignorati.
E così, mentre si attendono indagini e ulteriori accertamenti, un altro triste capitolo si aggiunge alla lunga lista di tragedie evitabili nei luoghi di lavoro italiani. Un triste promemoria di quanto la parola “sicurezza” rimanga spesso solo un elegante orpello burocratico.



