Dolore cronico: arriva il vodcast salvifico che ti guida nella giungla di diagnosi e cure improbabili

Dolore cronico: arriva il vodcast salvifico che ti guida nella giungla di diagnosi e cure improbabili

Quando si parla di dolore cronico, la prima cosa che ci viene in mente è qualcosa che dura almeno tre mesi, spesso anni, e non fa sconti a nessuno. Un compagno sgradito che rovina la vita non solo ai diretti interessati, ma anche a chi gli sta intorno. Ma cosa significa davvero convivere con condizioni come emicrania o artrosi? Che trasformazioni subisce il corpo, la mente, la vita sociale e, perché no, la carriera? Perché è così essenziale muoversi in fretta per affrontare questo problema? E soprattutto, cosa stanno facendo le istituzioni, i medici, i pazienti e l’industria farmaceutica per navigare in questo labirinto di visite infinite e esami a ripetizione, spesso senza cavare un ragno dal buco?

È proprio a queste domande che prova a rispondere il primo episodio di un vodcast dal titolo fin troppo pacato: “Corretta informazione e accesso alla rete”. Cosa c’è di semplice e diretto in questo progetto a firma Adnkronos, in collaborazione con Sandoz? Semplice, ci si propone di chiarire come orientarsi nel mondo confuso del dolore cronico, fornendo gli strumenti necessari per accedere a percorsi di cura adeguati, senza farsi prendere per pazzi o per pazienti eterni sospesi tra uno specialista e l’altro.

Nel primo episodio, disponibile oggi nella sezione podcast di Adnkronos, si sfoggiano le opinioni e le competenze di alcuni esperti di tutto rispetto: Silvia Natoli, che comanda l’Area culturale della Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva (Siaarti), specializzata in Medicina del dolore e cure palliative; Nicoletta Orthmann, direttrice medico-scientifica della Fondazione Onda Ets; e Paolo Fedeli, responsabile delle Relazioni Istituzionali di Sandoz Spa. Giusto per non farci mancare nulla di autorevole e ben informato.

Forse non lo sapete, ma la tanto sbandierata Legge 38 del 2010, che dovrebbe garantire un accesso dignitoso alle cure palliative e alla terapia del dolore, funziona un po’ come una di quelle antiche leggi che valgono solo sulla carta e si interpretabili a piacimento. Per questo, si è deciso di tirare fuori dal cilindro un “Manifesto sul dolore” – roba seria, mica un volantino pubblicitario – dove istituzioni, società scientifiche, associazioni civiche e il mondo del Terzo settore si sono messi finalmente a ragionare insieme su come rendere omogenea l’applicazione di quella legge in tutta la penisola, evitando che da regione a regione sia un continuo salto della quaglia.

Il manifesto non si limita a dare fiato alle trombe; propone un percorso ben articolato: sensibilizzazione sulla realtà del dolore cronico, informazione corretta e non un’accozzaglia di dati e paroloni, formazione continua – che, sorpresa, dovrebbe riguardare il personale sanitario – e un rafforzamento delle reti di terapia del dolore cronico, perché senza una rete ben tessuta il paziente è destinato a perdersi nell’oblio delle liste d’attesa e delle prescrizioni sbagliate.

Ovviamente, anche l’industria farmaceutica, quella tanto demonizzata, decide di infilarsi in questa partita. Non per fare il cattivo di turno, ma per parlare di equità di accesso alle cure – un tema che suona tanto bene ma che, nella realtà quotidiana, spesso si perde tra scartoffie e calcoli economici. Collaborare con tutti gli attori sanitari sembra una di quelle battute all’italiana, ma finalmente qualcuno ci prova davvero.

Per chi volesse scoprire come sopravvivere al dolore cronico senza trasformarsi in un pendolare inconsapevole degli ambulatori, il vodcast “E tu, sai cosa si prova? Comprendere e affrontare il dolore cronico” è già disponibile sul canale YouTube e sulle piattaforme di streaming più gettonate. Non è un viaggio nei meandri della serenità, ma almeno promette di fornire qualche bussola nella giungla del dolore che non dà mai tregua.

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