Maggioranza si perde in chiacchiere e alla fine regala un emendamento a Lega: la grande strategia del temporeggiare

Maggioranza si perde in chiacchiere e alla fine regala un emendamento a Lega: la grande strategia del temporeggiare

Quando si tratta di tasse rimandate e pagamenti dilazionati, sembra che la maggioranza politica preferisca rimandare all’infinito, evitando di affrontare i nodi spinosi come il numero delle rate o le sanzioni per i debitori recidivi. L’unico coraggioso emendamento arriva da Forza Italia, senza però toccare quelle questioni di fondo che avrebbero davvero bisogno di una dose di pragmatismo e serietà. Insomma, la cosiddetta “nuova rottamazione”, la quinta edizione di questa saga infinita, è stata proposta dalla Lega e attende il giudizio finale nella legge di bilancio, mentre la maggioranza rimane comodamente ferma, come se nulla fosse.

Un numero impressionante di 114 emendamenti è stato depositato nella commissione Finanze del Senato, ma, udite udite, quasi tutti arrivano dalle opposizioni, quelle che solitamente vengono accusate di “mettere bastoni tra le ruote”. Il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, come un abile distrattore, temporeggia: “Ascoltiamo un po’ tutti ma vediamo di far quadrare tutto con i numeri. Una rottamazione che vada incontro a chi effettivamente non ce la fa, facendo interventi selettivi, si può sicuramente fare”, dice, per poi portare via l’attenzione con un eloquente “dobbiamo conciliare tutte le diverse esigenze, il ceto medio, le imprese.” Insomma, promette tutto e niente, lasciando il tutto sospeso fino a che le “risorse” magiche non spunteranno dal cappello.

Non è che le cose si mettano meglio dal fronte Fratelli d’Italia. Il loro rappresentante getta la spugna per quanto riguarda la tanto sbandierata nuova edizione del concordato biennale, che sembra praticamente destinata a un flop quasi identico al suo predecessore, con deadline ormai alle porte. “Facciamo i bilanci alla fine”, dice con quel sano ottimismo che ci piace tanto; d’altronde, i contribuenti più attenti non perdono nemmeno un secondo nell’attendere fino all’ultimo giorno per prendere una decisione.

E da dove salta fuori questo toccasana firmato Forza Italia? L’emendamento del senatore Claudio Lotito propone di estendere la “rottamazione” anche alle cartelle notificate fino al 31 dicembre 2023, senza toccare la struttura base del progetto della pace fiscale targata Lega. Ma se pensate che con 114 emendamenti depositati in commissione Finanze, la situazione sia chiara, vi sbagliate di grosso: ben 86 arrivano dal solo gruppo del Partito Democratico e sono un perfetto mosaico di contraddizioni. Si va da una riduzione pazzesca del numero delle rate — si passa dalle 120 proposte iniziali a un massimo di 18 rate trimestrali — fino alla decadenza immediata dopo la prima rata mancata (e non più dopo otto), il tutto mentre ammorbidiscono qualche regola del fondo per i crediti inesigibili, giusto per non far arrabbiare troppo i sindaci in difficoltà.

In conclusione, se vi aspettavate chiarezza o una qualche traccia di efficienza, preparatevi a rimanere delusi. Non è affatto certo che questi 114 emendamenti finiranno per essere votati, perché il governo potrebbe presentare una proposta tutta sua, magari altrettanto fumosa e generica. In poche parole, il grande “cantiere” della pace fiscale è ancora agli inizi, ma si lavora sodo per far finta di fare qualcosa, mantenendo tutti in uno stato di attesa frustrante e interminabile.

Ah, la dolce melodia degli abbonamenti digitali: un primo mese gratis (perché nessuno resiste a un assaggio gratuito), seguito da un generoso addebito di ben €5,99 al mese. Un prezzo così accessibile che ti fa quasi venire voglia di lasciar perdere il caffè al bar, vero?

Rinnovo automatico? Ovviamente. Disattiva quando vuoi? Certo, la libertĂ  è importante, salvo poi dover navigare in un labirinto di click e sottomenu dove “disattiva” sembra una parola proibita.

Tra i vantaggi dell’abbonamento, si spicca l’accesso a tutti gli articoli del sito — o quasi, infatti il tanto ambito FQ In Edicola rimane una raritĂ  esotica, come un unicorno digitale non svelato.

La navigazione senza pubblicità è uno di quei sogni che fanno venire il sorriso, soprattutto quando nella stessa pagina rispunta un pop-up a sorpresa. Partecipare alle riunioni di redazione ogni giovedì alle 16? Un sogno per chi ha tutto il tempo libero del mondo da regalare.

Accedere al forum con la redazione per discutere di temi di interesse pubblico: l’occasione perfetta per scoprire quanto piace conoscere il proprio ruolo nel teatrino mediatico. Proporre post per il blog dedicato, commentare ogni singolo articolo, ricevere newsletter tematiche – tutto condito da un irresistibile sprint verso il martirio digitale.

Ah, e non dimentichiamo lo sconto del 30% sull’abbonamento annuale a TvLoft e sui libri di Paper First. Perché nulla dice “cultura” come pagare meno per il privilegio di accedere a un altro contenuto di cui probabilmente non hai bisogno.

Card digitale? Certamente, una tessera magica per sbloccare vantaggi esclusivi nelle partnership. Ovvero, il modo elegante per dirti “sei parte di qualcosa di speciale” mentre continui a pagare senza fiatare.

Il mistico potere del digitale, secondo l’abbonamento

Sfogliare ogni giorno i contenuti di FQ In Edicola sul tuo PC o sulla nuova app è la promessa di una quotidianità digitale immersiva. Perché quando il mondo ti offre streaming, social e infinite notifiche, la smania di leggere articoli digitali diventa una missione quasi eroica.

Rinnovo automatico, dicono. Disattiva quando vuoi, aggiungono. Peccato che la realtà sia un po’ meno indulgente: disattivare è possibile, certo, ma richiede la stessa abilità di decifrare antichi geroglifici.

I vantaggi? Accedere all’archivio completo del quotidiano è bello, soprattutto se ami passare ore a cercare quel titolo che giuravi di aver letto mentre crolli sotto l’infinitĂ  di contenuti.

Non mancano gli sconti esclusivi per corsi della presunta scuola del Fatto, l’ennesima chicca per gli appassionati di sapere a buon mercato, o almeno così dicono.

La partecipazione diretta alle riunioni di redazione ogni giovedì pomeriggio è lì, pronta a farti assaporare il gusto dell’esclusività—sempre che tu abbia dimenticato di avere una vita vera fuori da quei 60 minuti settimanali.

Commentare e navigare senza pubblicità: due promesse irresistibili che nel frattempo convivono in una relazione contraddittoria tra banner e pop-up. Per non parlare del classico sconto del 20% sullo shop online, perché la cultura merita di essere acquistata (magari con un coupon, per non farci mancare nulla).

Il tesseramento alla Fondazione il Fatto Quotidiano a 5 euro invece dei soliti 20 è la ciliegina sulla torta, quell’illusione di partecipazione civile che ti consola mentre versi un altro contributo al grande magma dei contenuti digitali a pagamento.