Un uomo sulla cinquantina ha regalato una tragedia notturna sull’autostrada Torino-Milano, precisamente al chilometro 85+100 in direzione Milano, meglio nota come luogo perfetto per episodi da film noir stradali.
La vittima ha vissuto l’esperienza di un guasto automobilistico degno di un destino beffardo: la sua vettura si è fermata, il che è sempre un’ottima idea se vuoi passare da uomo rispettabile a macabra statistica stradale.
Uscito dall’auto in panne, ha incrociato un altro veicolo che, con una precisione piuttosto letale, l’ha investito senza fortuna alcuna per il nostro protagonista.
Naturalmente, il trionfo dell’empatia è arrivato con un clamoroso “colpo di scena”: l’investitore si è volatilizzato come un mago alle prime armi, lasciando dietro di sé solo una scia di domande e di indagini.
La polizia stradale, proprio loro, indaga e cerca di rintracciare il ghost driver, mentre un’ambulanza del 118 non ha potuto far altro che constatare il peggio. Uno scenario che probabilmente farà spiegare ai rallentamenti in autostrada quanto sia deprimente la solidarietà su quattro ruote.
Il teatro dell’assurdo in autostrada
Insomma, il copione del guasto-auto-investimento-fuga non è una novità, ma rimane un eterno classico del dramma contemporaneo nella movimentata vita delle autostrade italiane.
C’è tutto: l’auto in panne, la sfortuna, il mancato soccorso, e un’indagine ufficiale che speriamo non rimanga la solita cagnara burocratica con esiti poco chiari.
Nel frattempo, passanti e automobilisti confinati nel traffico possono continuare a godersi lo spettacolo tragico di un Paese dove perfino la legge del più forte si applica senza troppi filtri, specialmente in autostrada.
Un invito, neanche troppo velato, a fare i conti con la realtà di una sicurezza stradale che spesso è solo un’illusione di cartone.



