Sicurezza di sistema: il grande show tra regioni incapaci, imprese distratte e vigilanza addormentata

Sicurezza di sistema: il grande show tra regioni incapaci, imprese distratte e vigilanza addormentata

Una piccola rivoluzione nel Lazio, dove finalmente le guardie giurate non si limitano più a guardare il traffico senza alzare un dito: grazie a un emendamento voluto da Emanuela Mari, il Consiglio regionale ha concesso loro il potere di multare i passeggeri a bordo dei mezzi pubblici senza biglietto. Addio quindi alla celebre scena del salto del tornello immortalata nelle nostre peggiori odissee urbane. Tutto questo, naturalmente, sotto il meraviglioso vessillo del Giubileo, che funge da spurgo per tutte le inefficienze accumulate nel tempo.

Ora si passa a tavoli tecnici con Astral, Cotral e Atac per tradurre il tutto in un’effettiva operatività, magari con squadre miste formate da personale interno ed esterno che in teoria dovrebbero far vincere il magico gioco di squadra. Non che ci aspettassimo miracoli, ma almeno la sicurezza percepita dagli utenti dovrebbe migliorare – più che altro perché finalmente qualcuno prova a fare qualcosa.

Nel frattempo, la Regione Lazio tenta di mettere ordine nel caos delle telecamere disseminate nei vari Comuni. Parliamo di sistemi eterogenei, incompatibili tra loro come se fossero pezzi raccolti sulla spiaggia e messi lì tanto per far numero. La sfida è, come dire, ambiziosa: creare una regia unica per la raccolta dei dati da integrare con le forze dell’ordine, arrivando finalmente a un servizio “sempre più completo” sull’intero territorio. Non si sa mai, potrebbe funzionare.

Dall’altra parte c’è il mondo delle imprese di sicurezza, dove Marco Mignucci ci ricorda che il modello vincente è la sicurezza sussidiaria, cioè quel romantico “partenariato pubblico-privato” che consente agli istituti di vigilanza di uscire dal ghetto e diventare più “qualificati”. Il potere sanzionatorio non è un gioco da ragazzi: richiede formazione tecnica ma anche abilità nella gestione delle persone, giusto per evitare “criticitá a bordo” dei mezzi, come se fosse la crociera del Titanic invece del bus urbano.

Per le infrastrutture strategiche, la vigilanza non è più solo un uomo col fischietto, ma una fantasmagorica combinazione di droni, robot-cane (abbiamo finalmente superato la fantascienza), analisi predittiva e operatori certificati in centri di controllo ultra-modernissimi. Roba che se non fa paura, poco ci manca. Tutto in nome di un risk assessment condiviso con i clienti, perché la paranoia collaborativa è il futuro.

La sfida delle utility: sicurezza fisica e digitale senza più distinzioni

Alessandro Manfredini, fresco di riconferma alla guida dell’Aipsa e mente pensante della A2a, ci aggiorna sul fronte delle utility: la minaccia è ormai ibrida, dal teatro di guerra in Ucraina a quello in Gaza, gli attacchi informatici anticipano o accompagnano crisi reali, perfino violando i sistemi di videosorveglianza. La distinzione tra sicurezza fisica e logica è carta straccia, servono presidi end-to-end e strategie di security che lavorino “a stretto contatto con le persone”, iniziando da valutazioni di rischio condivise con i reparti operativi.

Una parola magica domina il discorso: cultura. In A2a, dove quasi tutti i 14.000 dipendenti sono ormai digitalizzati, la formazione non è uno scherzo riservato ai soliti pochi addetti, ma un processo costante e collettivo. Si parla di campagne mensili anti-phishing, video pillole, podcast a tempo record e esercitazioni continue per testare la prontezza delle procedure e la vigilanza attiva delle control room, operative h24 – perché, si sa, la minaccia non va mai in pausa pranzo.

Manfredini lo dice chiaramente: la sicurezza non è un club segreto o una setta che lavora nell’ombra. È un coro corale, un affare di tutti, fatto per mantenere viva e ininterrotta la continuità dei servizi essenziali. Ironia della sorte, a essere i più tutelati da questo esercito high-tech e formativo saranno probabilmente gli ignari cittadini, i veri protagonisti inconsapevoli di questo gioco pubblico-privato che qualche risultato – speriamo – lo regalerà.

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