Catania si conferma set tragico con doppia tragedia tra auto e scooter mentre qualcuno ancora si chiede come guidare senza farsi male

Catania si conferma set tragico con doppia tragedia tra auto e scooter mentre qualcuno ancora si chiede come guidare senza farsi male

Un pomeriggio come tanti quello del 13 settembre a Belpasso, Catania, se non fosse stato segnato da un dramma così inutile da fare quasi sorridere per la sua assurdità: un tragico scontro frontale tra una Fiat Panda e uno scooter in via Calatafimi ha infatti stroncato algidi due vite, un arzillo ottantenne e un adolescente di appena sedici anni. E come se non bastasse, il terzo coinvolto si è salvato con ferite tutto sommato lievi. L’epitome del destino cinico e beffardo, insomma.

Così, mentre il solito siparietto del soccorso si metteva in moto, con le ambulanze del Servizio 118 inviate frettolosamente sul posto, si è assistito all’ennesima sceneggiata di caos e inefficacia: l’eliambulanza, invocata – come fosse la bacchetta magica risolutrice di tutti i mali – ha poi preso la via del ritorno senza caricare nessun paziente, perché poverini, le vittime erano già precipitate nell’oblio prima che si potesse fare qualcosa.

Naturalmente, a completare il quadro di questa tragicommedia ci hanno pensato i soliti attori di rito, cioè i Carabinieri e la Polizia Locale, messi al lavoro per i rilievi e per far defluire una viabilità stravolta da un episodio che trascende la semplice fatalità. Perché in fondo, quando due generazioni così lontane si scontrano in un modo così inevitabile, non resta che annotare con rassegnazione che il concetto di prudenza sulle strade è ormai una barzelletta amara.

Un incidente che più che raccontare una tragedia, sembra voler sottolineare quella cruda realtà: ogni giorno sulle strade si muore di banalità, eppure continuiamo a ripetere la solita pantomima dei soccorsi e dei rilievi, come se da tutto questo potesse nascere una qualche lezione seria o un cambiamento vero. Ma no, tutto si risolve con numeri e protocolli, perché fare i conti con la fragile vita umana è evidentemente troppo impegnativo.

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