All’alba, un gesto da manuale della “democrazia” urbana ha salutato il centro sociale La Strada a Roma, nella pittoresca Garbatella: una bomba carta esplosa davanti alla sua saracinesca, probabilmente nel generoso tentativo di scardinare l’ingresso. Intervenuti tempestivamente grazie alla segnalazione di qualche residente scosso dal botto, i poliziotti ora si trovano nel meraviglioso ruolo di detective improvvisati in cerca di qualche indizio tra le macerie dell’accaduto.
Come se non bastasse l’apostrofo “gentile” dell’ordigno, accanto alla saracinesca è apparso uno striscione con la frase: “Di Battista puttana di Hamas”. La fantasia e l’eleganza non mancano, evidentemente. A raccontare la scena è Luciano Ummarino, Assessore alla Cultura del Municipio VIII, che sui social si è affrettato a fare il punto della situazione con un’analisi quanto meno… evocativa.
Luciano Ummarino ha detto:
“Un ordigno è stato fatto esplodere davanti all’ingresso del CSOA La Strada in via degli Armatori. Accanto, uno striscione con scritto: ‘Di Battista puttana di Hamas’. Nonostante la violenza dell’attacco, non sono riusciti ad entrare nel locale.”
Non contento, l’assessore ha spiegato ai suoi follower quale sarebbe il contesto dietro questa “delicata” espressione di dissenso:
Luciano Ummarino ha proseguito:
“La matrice è chiara: ambienti filo-israeliani che vogliono colpire chi, come noi, si batte per la fine del genocidio a Gaza, per la libertà del popolo palestinese e contro le politiche criminali del governo Netanyahu. La nostra è una lotta limpida: contro la guerra e le logiche di oppressione, per la libertà dei popoli, mai contro il popolo ebraico. Continueremo le nostre battaglie alla luce del sole: le bombe notturne appartengono da sempre alla vigliaccheria degli squadristi.”
Una dichiarazione di nobili intenti, senza dubbio, se escludiamo il piccolo dettaglio della bomba esplosa di notte e del gusto per le minacce da azione diretta che, sembrerebbe, contraddice un po’ quel candore dichiarato di battaglie “alla luce del sole”. Ma forse il buio è solo un accessorio scenografico indispensabile per mantenere il look da eroi della resistenza urbana contro “le logiche di oppressione”.
Per completare il quadro della giornata, è stata convocata un’assemblea pubblica per le 17.00 dello stesso giorno. Un piacevole invito alla partecipazione, perché niente dice “voce del popolo” come riunirsi dopo l’esplosione di qualche ordigno e il conseguente insulti volanti appesi al muro.
Insomma, un inizio di settimana movimentato, dove la solidarietà politically correct si mescola con atti che ricordano più una sceneggiatura da cinema d’azione malriuscita che un dibattito politico adulto. Nel frattempo, a Roma, si continua a difendere la “libertà dei popoli” brandendo striscioni e, appunto, qualche bottiglia molotov di cortesia. Da applausi.