Se non fosse tragico, sarebbe quasi comico osservare come in questi tempi di tolleranza a intermittenza, la morte di Charlie Kirk – autentico paladino della vita, della famiglia e della tanto agognata libertà educativa – sia diventata uno spunto per sollevare polveroni di “sgomento” e “dolore” da parte di chi fino a ieri probabilmente lo ignorava. Uomo, marito e padre di due figli, Kirk non rappresenta soltanto un lutto privato, ma un presunto spartiacque in un clima globale, a loro dire, ormai infiammato da odio e intimidazioni contro chi difende certe “verità” non negoziabili.
E come poteva mancare la “dolce Italia” in questo teatro di accuse e lamentazioni? Secondo Pro Vita & Famiglia Onlus, la nostra Penisola è ormai la scenografia ideale di questa tragedia morale. A quanto pare, i nostri media, partiti e organizzazioni di sinistra si impegnano con vigore a seminare fake news e calunnie, regalandoci il copione già visto di sedi vandalizzate, minacce scritte sui muri, insulti social e cori di boicottaggi violenti a conferenze e convegni. Peccato che, stranamente, nessun partito di sinistra abbia mai sentito il bisogno di “condannare apertamente” questi fenomeni o di manifestare un briciolo di solidarietà. Una posizione, almeno, coerente: meglio stare in silenzio che accodarsi a una narrazione che appare più teatrale che reale.
Pro Vita & Famiglia, con la solita aria martire, ammonisce: non sia mai che sottovalutiamo questo “clima persecutorio”, che secondo loro è una minaccia imminente. Dopotutto, è ovvio che chi “semina odio e disumanizzazione” nei confronti di chi rivendica con fierezza una difesa “illimitata” della vita e della famiglia, è logicamente responsabile di tragedie come quella americana. La logica stringente di chi punta il dito, dimenticando che il mondo non è mai solo bianco o nero, ma fatto di infinite sfumature.
Come ciliegina sulla torta arriva la loro richiesta al governo italiano: mettiamo in agenda questa “emergenza” perché, udite udite, è giunto finalmente il momento di proteggere quei cittadini e quelle associazioni pro-life e pro-family che, con una pacatezza e un senso democratico che lasciano davvero senza parole, portano avanti le loro battaglie. Battaglie fondamentali, ovviamente, per il futuro del Paese. Perché in fondo, se difendi la vita dalla culla alla bara e la famiglia tradizionale come unico modello accettabile, sei automaticamente il paladino della democrazia e della civiltà.
Insomma, tra allarmi sopravvalutati, appelli drammatici e vittimismi selettivi, il quadro che ci si presenta non è altro che un grande spettacolo dove la realtà si fa confondere da una narrativa che, al netto delle buone intenzioni – e mancanza di autocritica – finisce per distorcere più che chiarire.