Che sorpresa! Di nuovo le amate scritte antisemite a fare il loro truce debutto sulle serrande dei garage in quartieri tranquilli come quelli dei Parioli a Roma, proprio vicino a via Scarpellini, dove si trova una sinagoga ebraica. Proprio il luogo giusto per sfoggiare messaggi di “tolleranza” degni di un manuale di buon senso… o forse no.
I nostri eroi in divisa, ovvero i Carabinieri, si stanno quindi godendo lo spettacolo visionando le registrazioni delle telecamere di sorveglianza del quartiere, nel tentativo di scovare i geni che hanno avuto l’idea geniale di imbrattare con spray nero frasi di rara eleganza come “israeliano sub umano” accompagnata da due splendide svastiche, un rifermento a “più essere umano meno essere ebreo – Gaza resisti” e per finire, manco a dirlo, un “danke Hitler” da far impallidire anche i peggiori cliché.
Tutto questo spettacolo vergognoso è fiorito in via Archimede, via Nicola Martelli e via Ettore Ximenes. E, sorpresa sorpresa, qualcuno ha pensato bene di chiamare il 112 nel pomeriggio, innescando subito le indagini. Chissà, forse la prontezza d’azione ci salverà dalla prossima serata di arte “urban” purtroppo tutta da condannare.
Le indagini per un ritorno al “classico”
È davvero confortante vedere come, anche nel 2025, queste gemme di ideologie rétro continuino a fiorire in città e quartieri dove uno si aspetterebbe un po’ più di buon senso. Ma evidentemente certe forme di odio sono difficili da estirpare e, invece di passare a nuovi stereotipi, si continua a riproporre lo stesso, sgradevole repertorio.
Ed è altrettanto confortante notare come le forze dell’ordine si dedichino con impeccabile tempestività a visionare telecamere e a procedere agli accertamenti, perché sappiamo tutti che la rapidità nell’indagare è la vera arma contro questa piaga sociale. Finora, tutto in linea con i migliori copioni.
Ci si potrebbe chiedere, con un briciolo di cinismo, se la sistematica ricomparsa di questi insulti non sia una sorta di segnale per non dimenticare mai quanto la stupidità e l’intolleranza siano eternamente pronte a fuoruscire dalle fessure della nostra società.
Si attende l’identificazione dei ‘creativi’
Nel frattempo, i geni dell’arte nera possono anche sorridere pensando che, a breve, magari verranno chiamati a rispondere delle loro “opere” davanti a un giudice. In fondo, se scrivere frasi infami e simboli mostruosi è così facile, beh, accettare le conseguenze forse è solo un dettaglio.
Chi saranno? Giovani in cerca di notorietà negativa? Persone con problemi che trovano rifugio nell’odio? O semplicemente il solito gruppo di idioti che pensa che l’antisemitismo sia un hobby degno di nota? Poco cambia, il risultato è lo stesso: immondizia culturale da far rigurgitare ogni volta che appare.
Intanto, le frasi comparse sui muri continuano a ricordarci che la lotta all’antisemitismo non è mai finita, e forse non finirà mai. Ma da parte loro, le istituzioni si affrettano a giocare la parte dei soccorritori allertati, con l’immancabile giro di telecamere, denunce e pasticci burocratici diffusi a tappeto.