Durante una parata militare a Pechino, in occasione dell’anniversario della vittoria cinese nella Seconda guerra mondiale, un microfono lasciato acceso ha svelato una conversazione degna di un film di fantascienza tra Vladimir Putin e Xi Jinping. I due giganti politici discutevano animatamente di immortalità, biotecnologie e trapianti d’organo, come se fossero due scienziati in gara per il premio Nobel della longevità eterna. Apparentemente, vivere fino a (e oltre) i 120 anni non è più un sogno da fantascienza, ma una missione di stato con investimenti milionari.
Pare che, dal punto di vista economico, questo sia un affare colossale: mega progetti e investitori pronti a scommettere tutto su trapianti e biotecnologie innovative. Ma non tutto è così rose e fiori: c’è anche quella scienza rigorosa che, incredibilmente, ha allungato la qualità della vita senza far sparire, oh no, le inevitabili malattie cronico-degenerative che accompagnano i nostri ultimi anni con la puntualità di un orologio svizzero. Il dottor Filippo Ongaro, medico degli astronauti e pioniere italiano della medicina anti-aging, fa notare giustamente che mentre ci affanniamo per vivere più a lungo, dovremmo forse concentrarci su cose più urgenti, come evitare che le persone passino gli ultimi decenni della loro vita in balia di patologie prevenibili.
Nel suo ultimo libro, Il Mindset della longevità, in uscita il 9 settembre, Ongaro si concentra sull’aspetto mentale ed emotivo, che pare sia il vero segreto per vivere meglio e, non soltanto, per allungare la clessidra della vita. L’enfasi è posta sul ‘mindset’ — quel sistema di credenze, atteggiamenti e prospettive che, secondo lui, guida ogni nostro comportamento quotidiano, ogni reazione e decisione. In soldoni? Se vogliamo andare oltre i famigerati 120 anni non esiste una pillola magica, ma un cambio totale del nostro modo di pensare e vivere, ossia un serio aggiornamento del software interiore.
Filippo Ongaro spiega:
“Il ‘mindset’ è una parte centrale della nostra identità e influenza direttamente la capacità di affrontare le difficoltà, di gestire le emozioni e le relazioni con gli altri.”
Se ne vedono già i risultati a livello statistico, almeno in Italia. Negli ultimi quindici anni, 8.521 persone hanno superato i 105 anni, e più di 7.500 erano donne. Complimenti, signore! Ma dietro questi numeri si nasconde il vero problema: il nostro sistema sanitario rischia di implodere sotto il peso dell’invecchiamento prolungato, e il solo modello ‘aspettare che succeda’ è un suicidio politico e sociale. La ricetta? Cambiare da cima a fondo l’educazione alla salute, perché lasciare tutto in mano alla sorte è stato un flop epocale.
Ongaro ribadisce senza peli sulla lingua:
“La nostra salute è una questione di responsabilità personale. Non possiamo continuare a ignorare che la qualità della vita — soprattutto negli anni finali — dipende da quanto siamo disposti a prenderci cura di noi stessi.”
Allora, cari miliardari dell’immortalità, prima di puntare tutto sulle biotecnologie futuristiche e i trapianti fantasmagorici, che ne dite di dedicare un pensiero a come evitare che invecchiamo come vecchi computer arrugginiti e malfunzionanti? La sfida non è vivere più a lungo a tutti i costi, ma vivere meglio. Ma questa, stringete i denti, è un’avventura molto meno spettacolare e parecchio più noiosa.
Nell’epoca superveloce della frenesia quotidiana, sembra che la tanto decantata dieta Mediterranea sia diventata più un miraggio che una realtà onorata. “Abbiamo ben chiaro cosa dovremmo fare, ma non ce la facciamo,” spiega, con quella dose di rassegnazione che rende tutto più amaro, la nostra fonte. Non è questione di ignoranza: si mangia male perché siamo stressati e di fretta, due ingredienti imbattibili nel condimento del fallimento alimentare. Se vi steste chiedendo se la dieta Mediterranea sia valida, tenetevi forte: sì, è scientificamente provata e indiscutibile, ma indovinate? Ormai nessuno la segue più!
E perché fermarsi qui? Perché, nel magico mondo della nutrizione, esiste anche la dieta nordica che – se fatta bene, eh, non stiamo parlando della pizza surgelata – può pure avere effetti benefici. Ma la regola aurea è semplice: evitate alimentazioni sregolate e cibi iperindustrializzati, altrimenti siete destinati all’apocalisse del benessere.
Il libro come manifesto della longevità: un viaggio in cinque tappe
Non bastava un altro manuale sulla longevità, così questo libro si propone come un’ode al pensiero profondo, quello vero, lontano dal circo mediatico che ci ammalia con pillole di eterna giovinezza. La prima parte è un invito a smettere di rincorrere illusioni e iniziare a pensare seriamente a come allungare la vita. Poi, il mindset: in seconda battuta viene sviscerato il ruolo della mentalità nell’invecchiare bene, mentre al terzo capitolo si fa il grande salto sociologico – sì, proprio così – per analizzare cosa devi cambiare a livello di società perché il concetto di longevità abbia senso. La quarta parte si tuffa nel pratico: cambia mentalità e abbraccia la nuova visione della vita lunga. Infine, il quinto segmento riassume un approccio più organico alla longevità – roba già spacciata in altri libri, ma si sa, ogni tanto bisogna ripetere i mantra.
Cambiare mentalità a qualsiasi età: un gioco da ragazzi?
La domanda sorge spontanea: “Ma è davvero possibile cambiare stile di vita e recuperare quel mindset perduto, anche da vecchiacci?” La risposta, fortunatamente, è un sì condito da scienza. Il nostro cervello, questo organo così plasticoso, si adatta fino all’ultimo respiro. Ovviamente, più anni hai passato a fare il turista tra cattive abitudini e peggiori scelte, più sarà brusco il risveglio. Ma non disperate, il cambiamento è possibile a ogni età.
Un’avvertenza d’obbligo: state attenti ai segreti miracolosi sparsi come coriandoli sui social. Tra un video motivazionale e uno schema magico per vivere cent’anni, rischiate solo di infilare il naso in un labirinto di confusione mediatica. Meglio affidarsi ancora al caro vecchio medico che, con la sua sapienza, prescrive esami e screening sensati. Qualcuno doveva pur ricordarvelo, nella giungla caotica del web.