La portavoce della delegazione italiana di Global Sumud Flotilla, Maria Elena Delia, sembra entusiasta dopo aver appena finito una riunione destinata a mettere in scena domani a Roma quella che definisce una manifestazione di portata nazionale. Il corteo, con partenza fissata per le 19:00 da piazza Vittorio fino a Piramide, sarà illuminato – come se servisse – dalle fiaccole dei partecipanti, un tocco poetico in mezzo a tanto zelo.
Ovviamente, non manca la nota patriottica e umanitaria: le imbarcazioni sono pronte a salpare con l’obiettivo di portare aiuti umanitari ai civili palestinesi di Gaza. Una missione tanto nobile quanto complicata, ma questo non sembra disturbare i promotori, che anzi parlano di un “supporto straordinario e solidale”, come se fosse il Premio Nobel per la pace a bussare alla porta.
Delia non risparmia il suo orgoglio nel raccontare che “le piazze si sono riempite di persone, anche provenienti da posizioni politiche trasversali” – un dettaglio quasi miracoloso in tempi di divisioni crociate e guerre tra fazioni. Evidentemente, qualcosa in Gaza ha risvegliato la volontà di questa società civile tanto spesso assopita, portandola a ridiventare protagonista del gioco politico. Un benvenuto “evento di risveglio collettivo” che, a quanto sembra, dovrebbe vedere una grande partecipazione a Roma.
Peccato che dietro a tanta retorica si nasconda un panorama politico ed umanitario ben più complesso e meno poetico di quanto si voglia far credere. Ma perché rovinare il sogno di un corteo illuminato dalle fiaccole con qualche spiacevole realtà?