Smalti semipermanenti vietati, ma guarda un po’ cosa è rimasto da sapere su questa rivoluzione tutta fumo e niente fuoco

Smalti semipermanenti vietati, ma guarda un po’ cosa è rimasto da sapere su questa rivoluzione tutta fumo e niente fuoco

Con l’entrata in vigore del bando su due sostanze chimiche presumibilmente dannose per la riproduzione umana, partito dall’1 settembre, l’era dei gel e smalti semipermanenti ‘Tpo e Dmta free’ è ufficialmente iniziata. Come sempre, l’Unione Europea ha deciso per noi, basandosi principalmente su studi condotti su animali, regalando al mercato cosmetico un bel giro di vite che vieta, senza tante storie, l’uso e la vendita di questi composti, che comunque erano già presenti in quantità risibili nei prodotti da indurire con la luce Uv.

Ovviamente, l’onda lunga del cambiamento non ha sorpreso nessuno: i produttori erano già ben preparati da mesi, e come sempre la tanto amata Cosmetica Italia ha pensato bene di inviare circolari di richiamo alle aziende associate, una a gennaio 2024 e l’altra a maggio 2025. Insomma, non si tratta di una novità dell’ultima ora, ma di un aggiustamento che doveva essere metabolizzato da tempo: dall’1 settembre, ogni smalto o gel non conformi dovevano sparire dagli scaffali e dai centri estetici. Una bellezza di regolamento europeo che non risparmia nemmeno i poveri utilizzatori finali — distributori compresi — obbligandoli a un’accurata verifica delle scorte, consultazioni con fornitori, e ritiro immediato di qualsiasi prodotto fuori norma. Perché? Perché usare qualcosa di vietato? Oltre al rischio sanzioni, sarebbe un azzardo quasi incomprensibile.

Quanto ai rimedi economici per chi si trova con i magazzini pieni di prodotti illegali? Spoiler: non c’è nulla. A chi ancora avesse qualche speranza, una portavoce della Commissione Europea ha ringraziato cortesemente per la domanda, chiarendo che non esistono fondi o indennizzi per coprire i costi di ritiro e smaltimento. Insomma, adeguatevi, fate prima e buon divertimento a smaltire gel e smalti a spese vostre. La morale di tutto ciò è riassunta nel principio “safety first”: la sicurezza, parola sacra, deve venire prima di qualsiasi comodità commerciale o risparmio, e se l’Europa decide di bandire un ingrediente anche solo per sospetto, meglio non discutere troppo.

La normativa cosmetica europea diventa così un monumento al prudenzialismo: niente rischi, niente dubbi, sospettati banditi senza appello. E mentre le prime settimane di questa nuova epoca “Tpo e Dmta free” scorrono lente, cresce il coro incessante di portali di settore e società della filiera, impegnate a diffondere la parola sacra sui social. Tra rottamazioni di smalti dal sapore vintage, sconti su prodotti a norma e avvertimenti stratificati per centri estetici in preda a crisi mistica e pragmatica, il mercato si riempie di bontà comunicative. Consigli su come leggere le etichette, distinguere le sostanze “pericolose” da quelle innocue dello stesso gruppo e sopravvivere nel magico mondo della rivoluzione cosmetica si sprecano: un vero e proprio manuale di sopravvivenza per chi deve trasformare una transizione del genere in una passeggiata di salute e sicurezza.

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