Finalmente è arrivato settembre, il mese in cui tutti aspettano – con più timore che gioia, diciamo la verità – il ritorno tra i banchi. Ma non aspettatevi un’unica data per tutti: qui in Italia la scuola riparte a macchia di leopardo, come se non bastassero già le difficoltà di sempre.
Bolzano si prende il ruolo di capofila (o forse semplicemente ama tormentare i propri cittadini), iniziando le lezioni già l’8 settembre. Mentre il resto del Paese si gode ancora qualche giorno di vacanza anticipata, i piccoli altoatesini sono già alle prese con i compiti.
Dopo questa partenza sprint, tocca a Piemonte, Valle d’Aosta, Veneto e Trento immergersi nel magico mondo delle lezioni il 10 settembre. A seguire, il 11, è il turno del Friuli Venezia Giulia, e il 12 della Lombardia, che evidentemente non vogliono perdere il treno educativo ma aspettano quel minimo di ragionevole tregua estiva.
Ecco il gran finale: il 15 settembre quasi tutte le altre regioni si affretteranno a rientrare, tranne due grandi ritardatarie – Puglia e Calabria – che si concedono un giorno in più di ozio e torneranno sui banchi solo il 16. Una vera e propria sfida di resistenza al rientro, che magari è anche una strategia per guadagnare qualche ora di sonno in più.
Per quanto riguarda la fine della scuola, la signora coerenza fa ancora una volta i capricci: si finirà tra il 6 e il 16 giugno 2026, perché ogni regione vuole decidere a suo piacimento quando decretare il termine del “divertimento”. Le scuole dell’infanzia, invece, si godranno addirittura fino al 30 giugno il “privilegio” di continuare le attività, come se i più piccoli fossero immuni dalla fatica dell’anno scolastico.
Insomma, una volta di più, il sistema scolastico italiano conferma la sua straordinaria capacità di organizzare in modo eterogeneo e frammentato anche l’impresa di mandare i ragazzi a scuola – con risultati, come sempre, che lasciano poco spazio a ottimismi.



