Perfino alla Noce: ecco come si può ancora rimettere le cose a posto (chissà come mai adesso)

Perfino alla Noce: ecco come si può ancora rimettere le cose a posto (chissà come mai adesso)

Decine di manifesti hanno invaso di notte il quartiere Noce a Palermo, firmati dall’associazione Comitato Addiopizzo, che non perde occasione per ricordare che ribellarsi al racket è possibile.

Con l’anniversario dell’omicidio di Libero Grassi ancora fresco, ecco il rituale notturno di protesta che dura ormai da oltre vent’anni: la città viene tappezzata di messaggi a sostegno di chi combatte contro le intimidazioni e le estorsioni.

Questa volta il palcoscenico scelto sono i quartieri di Noce e Malaspina, storicamente tra i più difficili da liberare da questa piaga. Il Comitato invita i commercianti e gli imprenditori oppressi dal racket a non arrendersi e a unirsi in una denuncia collettiva. Sì, proprio così: una “soluzione di massa” per dimostrare che la paura può essere sconfitta quando si sta insieme.

Il messaggio è chiaro, o forse bisogna ancora gridarlo a squarciagola: in contesti complicati come questo, dove la morsa del crimine sembra eterna, possono nascere segnali di riscatto reale. Non è solo una frase ad effetto, ma un richiamo a non lasciar perdere mai la lotta.

In poche parole, Addiopizzo ci ricorda che “anche alla Noce si può fare”: cioè, cambiare lo scenario, abbattere ciò che sembrava incrollabile e riprendersi la dignità persa sotto le minacce di chi specula sulla paura.

Come dire: Palermo non è solo terra di omicidi e rassegnazione, ma può essere anche laboratorio di coraggio collettivo. Se non ora, quando? Se non qui, dove? Naturalmente, ci vuole qualcuno che accenda la miccia e qualcuno che non si faccia schiacciare. Ora la palla è nel campo di chi ha il coraggio di unirsi e denunciare, insieme.

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