Bimbo di un anno in ospedale a Padova per colpa del formaggio “naturale”: ecco cosa succede a mangiare latte crudo

Bimbo di un anno in ospedale a Padova per colpa del formaggio “naturale”: ecco cosa succede a mangiare latte crudo

Un bambino di 15 mesi, nella tranquilla provincia di Belluno, è finito in elicottero diretto al reparto di Nefrologia pediatrica dell’ospedale di Padova, colpito da una sindrome emolitico-uremica (SEU). Per chi non lo sapesse, si tratta di una rara ma temibile malattia che, guarda caso, è la prima causa di insufficienza renale acuta tra i più piccoli. Un evento tanto raro quanto sorprendentemente ricorrente nella zona: due casi solo quest’anno e uno a novembre, in una provincia con 200mila abitanti. Una statistica che sinceramente mette un po’ di inquietudine.

Il dottor Sandro Cinquetti, direttore del Dipartimento Prevenzione dell’Azienda ULSS 1 Dolomiti, non si nasconde dietro un dito e ammette che “il livello di attenzione si è un po’ alzato”. Sarà mica che la famosa “attenzione” è arrivata solo quando i casi si sono moltiplicati? Visto che in Italia ogni anno circa un centinaio di bambini subisce questa sorte, forse è ora di smetterla con l’atteggiamento da “non tocchiamo il formaggio crudo”, soprattutto quando si tratta dei membri più vulnerabili della società: bambini, donne in gravidanza e anziani.

Cinquetti ha spiegato: il piccolo colpito non ha fatto nulla di speciale, ha semplicemente mangiato quello che mangiano i suoi genitori. Nel menù famigliare, che includerebbe formaggi freschi spesso prodotti con latte crudo e altri alimenti, si annida il pericolo. Per un bambino così piccolo, non serve un banchetto, bastano piccolissime quantità contaminate. Il solito Escherichia coli (ceppi STEC produttori di tossina Shiga) fa il resto, dimostrando quanto la sicurezza alimentare in contesti domestici possa essere, diciamo, una sorta di roulette russa.

Il quadro clinico del bambino ha allarmato immediatamente la Pediatria di Belluno, che lo ha trafitto verso Padova per un’assistenza altamente specializzata. Queste sindromi non aspettano comode diagnosi: il rischio di insufficienza renale acuta è concreto, e la terapia di supporto deve essere tempestiva e competente. Fortunatamente, le condizioni al momento sono “relativamente stabili” e c’è ottimismo dato che anche i due casi precedenti, sebbene gravi, hanno evoluto in modo positivo.

Non contenti di affidarsi al caso, i medici stanno studiando attentamente le possibili fonti di infezione. Il campionamento dei formaggi consumati fa parte del rituale investigativo: ah, il dolce potere del formaggio fresco. Nel frattempo, fa sorridere (o piangere) il fatto che nel 2025 ancora bisogna raccomandare – come fossero suggerimenti rivoluzionari – di evitare prodotti a base di latte crudo per chi è nelle categorie più esposte. Dovremmo forse credere che con tutta la scienza, i controlli e le campagne di prevenzione, la colpa sia solo del piccolo untore di turno?

Insomma, ecco la storia di come un formaggio – quel simbolo tanto caro alla nostra tradizione e gastronomia italiana – possa trasformarsi in una trappola silenziosa per i più piccoli. Nel frattempo, qualcuno si chiede: a che gioco giochiamo, quando dare un boccone può rivelarsi un rischio per la vita? Forse è tempo di smetterla con le raccomandazioni vaghe e di approcciare la questione con la serietà che merita, senza aspettare che i casi si moltiplichino per decidere cosa fare.

Nel fantastico mondo degli intossicazioni alimentari, la caccia all’alimento colpevole sembra quasi una gara: si raccolgono campioni qui, lì e ovunque, soprattutto nei posti che hanno fornito il banchetto del povero piccolo malcapitato. Non manca qualche allegra festa di paese nel mirino, perché mai escludere l’ipotesi che tra balli e cibo ci scappi il colpo di grazia? Nel frattempo, la suspense aumenta—un primo referto di laboratorio “è negativo”, ma non montiamoci la testa: l’effettiva sentenza arriverà solo quando si potrà dire con certezza che il batterio isolato dal bambino è lo stesso trovato nel famigerato formaggio incriminato.

Per i meno esperti, ci vuole un vero e proprio miracolo scientifico per stabilire il “chi ha mangiato chi”, ma veniamo sollazzati dalle parole di Cinquetti che racconta la storia della bambina di novembre: in quel caso il colpevole fu proprio un formaggio, ma non uno di quei rarissimi prodotti artigianali da boutique alpina, bensì un formaggio qualsiasi, acquistato in un “contesto commerciale ordinario”, ossia uno di quei supermercati dove uno si aspetta che l’igiene non sia solo di facciata.

Un appello mostra la sua faccia più seria, rivolgendosi ai genitori: la dieta dei pargoli non è uno scherzo e le regole sono più che semplici—banditi formaggi e derivati da latte crudo, specialmente quelli freschi comprati al di fuori della catena commerciale certificata. E se pensavate che magari in una malga sperduta sulle Alpi potesse andare bene, vi sbagliate di grosso. Nel nostro territorio – e purtroppo anche altrove – tutte le botteghe che rispettano un minimo di legge si premurano di esporre cartelli che intimano ai bambini, alle donne in gravidanza e agli anziani di evitare certi prodotti. Ma chi, oh chi mai ascolta questi segni così innocui?

Un Menù a Prova di Contaminazione: Latte, Carne e Salumi

Passando a temi poco glamour, c’è la carne e i suoi amici insaccati, che non sono messi meglio di latte e formaggi in fatto di rischio contaminazioni. Per fortuna, la cottura risolve tutto (o almeno la maggior parte delle volte), mentre per il latte bisogna affidarsi alla sacra pastorizzazione o, per i più audaci, alla bollitura domestica. Niente latte crudo direttamente “dal contadino” a meno che si voglia giocare alla roulette russa con salmonella & co.

Per quanto riguarda i salumi freschi, la soluzione è semplice: li teniamo lontani dai bambini, che non sono certo pronti a sfidare il destino masticando carni sospette. Ah, e per l’igiene non si scappa: il lavaggio delle mani dev’essere scrupoloso, anche in famiglia, perché la pulizia è sempre di moda.

Ulss1 Dolomiti come un oracolo di saggezza alimentare suggerisce dunque di offrire ai piccini sola roba super cotta: carne, pesce, uova e verdure. Niente latte crudo, che pure si fa chiamare “naturale”, per evitare una festa di batteri indesiderati. Frutta e verdura, anche quelle biologiche, devono passare per un lavaggio industriale… anzi, casalingo al massimo. Per non parlare della conservazione: niente avanzi lasciati a languire sul tavolo, il refrigeratore diventato amico fedele dei pasti.

Per i radical chic del fai-da-te? Niente zabaione o maionese caserecci, niente sushi o pesce affumicato, e se pensavate di regalare miele ai neonati prima dei 12 mesi per darle quel tocco di dolcezza esotica, meglio desistere per non incappare nel botulismo infantile. Educazione alla moderazione, sì, anche nel food style.

Il Menu Negato ai Piccoli: Frutta Secca e Salumi

A proposito di divieti, anche la frutta secca intera è da bandire, ovviamente per il magnifico rischio di soffocamento, un dettaglio trascurabile finché non succede. Gli insaccati e le carni crude o poco cotte completano la lista nera, perché avere un bambino sano sembra ormai un’impresa titanica in un mondo dove il cibo è un potenziale campo minato.

Secondo l’esperto Cinquetti, l’alimentazione infantile richiede una cura maniacale e un’attenta cautela, quasi un’arte che pochi genitori sembrano disposti a coltivare. Seguendo queste semplici, anzi no, indispensabili regole, si possono minimizzare i rischi. Ah, e il tempo di incubazione della Seu? Da uno a cinque giorni, perché in questa tragicommedia ogni respiro conta.

Per il piccolo ricoverato a Padova, si stanno studiando ogni ingrediente consumato durante questa finestra fatidica, magari anche qualche giorno prima, in un’indagine che sembra più un thriller alimentare che una semplice storia di intossicazione. Al momento c’è una diagnosi clinica di Seu, ma siamo ancora in attesa della conferma definitiva da parte dei laboratori. Nel frattempo, meglio perdere il sonno su cosa far mangiare ai piccini, che la tranquillità è davvero sovrastimata.

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