Minacce di morte e insulti volgari nella casella di posta istituzionale di Matteo Bassetti, il celebre infettivologo e direttore del reparto Malattie Infettive del policlinico San Martino di Genova. Frasi allucinanti come “ti uccideremo” e “vaccinatore infame” sono solo l’inizio di un’escalation di odio che lo specialista ha prontamente denunciato alla Digos e alle autorità competenti, condividendo poi l’accaduto in un post sulla sua pagina X (ex Twitter).
Con una calma che fa quasi ridere, Bassetti commenta: “Siamo oltre la follia, ma non sono sorpreso”. Eh no, perché se pensavate che fosse una novità, vi sbagliate di grosso: ricorda bene che questo scenario si è già ripetuto quattro anni fa, segno che il circo mediatico-politico intorno ai vaccini non smette mai di incendiare le passioni più basse per meri calcoli elettorali. Secondo lui il problema è semplice: una parte della politica, insieme a qualche giornale “amico”, continua a politicizzare arrogantemente la scienza, facendo il gioco sporco dei no-vax e scaricando su medici e ricercatori la colpa delle incomprensioni e delle polemiche.
In giorni recenti, proprio Bassetti aveva preso una posizione netta contro la nomina nel Nitag (il comitato tecnico consultivo sulle vaccinazioni, poi azzerato dal ministro Orazio Schillaci) di due “esperti” dal passato controverso, noti per le loro pericolose critiche ai vaccini. Naturalmente questo gesto civico è stato accolto a suon di insulti e, come ciliegina sulla torta, minacce esplicite. Gli autori? Si auto-definiscono “nazifascisti di destra vera”. Un quadro da sit-com tragicomica che invece nasconde un dramma reale: la politicizzazione esasperata del tema vaccini, dove sembriamo più interessati a creare campi contrapposti di disputa ideologica piuttosto che salvaguardare la salute pubblica.
Bassetti smonta con ironia questa narrazione ridicola che associa il vaccino a una bandiera di sinistra, mentre il rifiuto sarebbe roba da destra. “Non c’è errore più grande,” dice, “ho ricevuto messaggi da persone di centrodestra che condividono la necessità dei vaccini.” Ah, ma pure la politica italiana riesce a sorprendere: cosa meglio di un pasticcio ideologico-amatoriale per confondere le acque e gettare fango sui professionisti?
Non stupisce che questo clima incandescente produca mostri come quei messaggi violenti e deliranti recapitati a Bassetti. “Erano anni che non ricevevo minacce così dure,” racconta lui stesso, ribadendo però che l’unica risposta possibile è la denuncia e l’intervento delle forze dell’ordine, anche se il problema resta più profondo e sistemico. L’appello è chiaro e tagliente: a chi continua a infiammare dibattiti, a politicizzare ogni parola scientifica e a distruggere qualsiasi colore di dialogo responsabile. Solo così si alimentano le faide che poi degenerano in situazioni di inaudita gravità.
La tristezza è grande, perché al di là delle responsabilità individuali c’è una responsabilità politica pesantissima, di chi pretende di decidere nomine e mettere bocca su argomenti che sono dalla parte della scienza e della società, non dei suoi comodi slogan elettorali. “È un momento tra i più bassi che abbia mai visto,” conclude Bassetti, sottolineando che non è solo lui ad essere bersaglio: chiunque osi prendere posizione rischia di finire nel mirino di un clima avvelenato che qualcuno ha scelto di creare.
Quindi, cari politici e opinionisti alla moda, continuate pure a usare la scienza come terreno di battaglia ideologica. Ma non sorprendetevi quando la violenza verbale, e magari peggio, busserà alla vostra porta con gli stessi argomenti tossici e la stessa arroganza ipocrita con cui alimentate la discordia.



