Un’altra tranquilla notte a Milano, questa volta con lo scenario di piazzale Ferrara che diventa teatro di un drammatico episodio di violenza familiare. Un 29enne ecuadoriano, disoccupato e già ben conosciuto dalle forze dell’ordine (perché non sorprende mai?), ha trasformato un litigio casalingo in un feroce accoltellamento.
Tutto ha avuto inizio da una discussione, presumibilmente un normalissimo battibecco tra fratelli e cognati, che è finito con il giovane armato di coltello da cucina. Vittima? Il cognato, un 32enne ecuadoriano come lui, colpito ripetutamente e gravemente ferito. Trasportato d’urgenza all’ospedale Niguarda in codice rosso, l’uomo non ce l’ha fatta, succube di uno shock traumatico dovuto alle numerose ferite inferte.
Come sempre accade nei casi in cui la giustizia deve dimostrare la sua efficienza, sul luogo dell’accoltellamento sono intervenuti i carabinieri del Nucleo Investigativo di Milano, che hanno svolto i rilievi con la consueta solerzia. Sorprendentemente, hanno trovato l’arma del delitto, quell’ormai inseparabile coltello da cucina utilizzato per risolvere discussioni familiari in modo poco civile.
Non poteva mancare la ciliegina sulla torta tecnologica: la videosorveglianza ha fatto il suo lavoro, regalando agli inquirenti immagini chiarissime che hanno permesso di ricostruire minuziosamente la scena del crimine e, come premio finale, di individuare il giovane assassino a soli duecento metri dal luogo del fatto. Un dettaglio che rende il tutto ancora più “ordinario”.
La salma del 32enne è stata trasferita all’obitorio comunale per l’autopsia, come da iter standard disposto dall’Autorità Giudiziaria, a garantire quella formalità che non guasta mai quando si tratta di stabilire cause e responsabilità. Il 29enne, invece, è stato spedito direttamente nelle comode celle di San Vittore, sempre a disposizione degli inesorabili meccanismi giuridici. Niente di nuovo sotto il sole di una città che a volte sembra non saper fare altro che ripetere gli stessi copioni drammatici, dipinti con la stessa pennellata stanca e ormai troppo familiare.



