Un altro sabato di tragedie in acque italiane: due giovani hanno perso la vita annegando dopo essersi tuffati in due diversi fiumi della Lombardia. Apparentemente, un’innocua nuotata si è trasformata in un destino fatale, confermando che il rischio è sempre dietro l’angolo, anche quando sembra solo un gesto estivo.
Un giovane di 27 anni è rimasto vittima di questo scenario fatale nel pomeriggio, immergendosi nel corso dell’Adda a Belgiardino, nel lodigiano. I soccorsi si sono mossi con la consueta rapidità : un elicottero del servizio sanitario ha avvistato la persona, mentre i sommozzatori del comando di Lodi hanno recuperato il corpo. Immediatamente si è tentato di rianimare il ragazzo, ma ogni sforzo si è rivelato vano, strappando alla vita una giovane esistenza.
Ma come se non bastasse, già nella mattinata un altro giovane di 24 anni ha trovato la morte nelle acque del Ticino, a Somma Lombardo, in provincia di Varese. Le prime ricostruzioni narrano di una notte trascorsa sulle rive del fiume in compagnia di due amici. Al risveglio, l’amico scomparso non era più lì, e l’allarme è stato immediato. Dopo un disperato intervento, si è registrato il drammatico ritrovamento del corpo.
Naturalmente, al momento non si ravvisano segnali di un gesto volontario o di terzi coinvolti, ma l’autopsia rimane la parola finale per ogni ipotesi. Sul luogo si sono mobilitati vigili del fuoco, personale sanitario, polizia locale e carabinieri – una squadra variegata per cercare di mettere ordine nell’ennesima tragedia che di “spiegazioni” sembra non volerne fornire.
Due vite spezzate in modo brutale, entrambe figlie di quella che dovrebbe essere una semplice giornata estiva. Forse è il caso di riflettere, almeno un po’, su come anche un gesto all’apparenza banale possa diventare un trampolino verso il dramma, ricordandoci che la leggerezza senza prudenza può essere un biglietto di sola andata.



