Un’impresa da record per due piloti italiani: Giorgio Gentilini e Andrea Macaluso hanno portato un Atr72-600 da Tahiti fino alla Colombia, sfidando ogni logica di volo con un aereo che sulla carta parrebbe inadatto a simili avventure.
Mentre un Boeing 747 avrebbe attraversato l’oceano in poche ore, i nostri intrepidi comandanti si sono dovuti arrangiare con un biturboelica che, oltre a non poter puntare direttamente verso nord-est, fa i capricci sull’autonomia e impone scali su scali. Così è nata una rotta tortuosa verso ovest, praticamente un giro del mondo pieno di fusi orari da spostarsi come pezzi su una mappa, per un totale di 11 giorni di volo e oltre 20 fusi orari superati.
Questi due aviatori, ex Aeronautica Militare ormai trapiantati nel civile e pieni di ore di volo sulle spalle, hanno fatto tappa in ben 17 aeroporti: da Papeete ad Apia, passando per Port Vila, Cairns, Darwin, e un percorso che li ha portati fino a Manaus e Bogotà. Ovviamente, niente voli diretti, solo tanta pazienza e una discreta dose di tenacia da veri professionisti del cielo.
I comandanti Gentilini e Macaluso hanno raccontato la loro esperienza su Linkedin, dove non si sono trattenuti dal descrivere un viaggio che ha bruciato quasi due settimane, dal 20 al 30 luglio, battendo venti contrari da est verso ovest. Una traversata che ha lambito il Pacifico, l’Australia, l’Indonesia, fino a solcare l’Oceano Indiano, la Penisola Arabica, il Sahara, l’Atlantico e infine la rigogliosa Amazzonia sudamericana.
Tutte le 15 tappe accumulate hanno fatto segnare oltre 82 ore di volo effettivo, percorrendo ben 19.641 miglia nautiche e attraversando la bellezza – o il caos, a seconda delle prospettive – di 14 diverse nazioni, dimostrando che, a volte, l’impossibile è solo una questione di pazienza… e di numerosi scali.



