Con grande pomposità, Luca Mascolo, presidente dell’Ente idrico campano, ha annunciato l’avvio del varo delle condotte sottomarine che dovrebbero trasformare la Costa vesuviana in una sorta di paradiso balneare degno di nota. Dimenticate gli anni in cui tuffarsi nel Golfo di Napoli era più un atto di coraggio che di piacere: ora, grazie a questo “collettore strategico” che collegherà Torre del Greco al depuratore di Foce Sarno, presto l’ambiente marino sarà mirabilmente tutelato, e ovviamente ne guadagneranno la qualità della vita e l’economia locale. Una visione di ampio respiro, neanche fosse la scoperta dell’acqua calda.
Secondo Mascolo, la sfida tecnica non è stata da poco: addio a due piccoli impianti di depurazione a San Giuseppe alle Paludi e Villa Inglese, che ora smetteranno di funzionare per convogliare tutto verso il potente depuratore di Foce Sarno. Il primo tratto della condotta sottomarina è stato varato, e ora – dice lui – siamo “all’ultimo passo” per completare il sistema di collettamento. Sembra quasi la trama di un film, ma l’unico effetto speciale è la complessità ingegneristica che “abbiamo scelto” di affrontare.
Non mancano le ambizioni grandiose: questa operazione sarebbe solo un pezzo di un piano più ampio per “riqualificare” i fiumi e le coste campane, come dire, un lifting ambientale che dovrebbe finalmente far dimenticare stagioni di incuria. L’Ente idrico campano, alla sua giovane età, si vanta di aver già chiuso ben 77 scarichi abusivi su 113 totali. Numeri imponenti per una missione che deve completarsi entro il 31 dicembre 2025, termine ultimo stabilito con la solita solennità.
Insomma, un progetto che promette mari più puliti ma soprattutto grandi speranze per il turismo che da queste parti, tra Vesuvio e mare, non aspettava altro che prendere il volo. Resta da vedere se davvero gli interventi saranno all’altezza delle promesse o se tutto finirà nel calderone delle tante opere “strategiche” che popolano i cantieri eterni del Sud Italia.



