Gli appassionati di body art non possono rinunciare al loro piercing nemmeno sotto il sole estivo, pronti a sfoggiare i loro gioielli tra sabbia e onde. Peccato che non tutti i piercing siano altrettanto resistenti alla combo micidiale di sale marino, cloro e vento, che rischia di farli perdere, letteralmente, brillantezza e integrità.
Il peggior nemico dei piercing in estate è proprio quella miscela esplosiva composta da acqua salata, sabbia abrasiva e sudore, soprattutto se il piercing è fresco e ancora in fase di cicatrizzazione — che richiede settimane di pazienza per evitare infezioni. Ma per chi rifiuta di rinunciare allo stile anche in spiaggia, esistono piercing “a prova di mare”. Il segreto? Scegliere il materiale giusto.
Il titanio chirurgico è il campione indiscusso: leggero, ipoallergenico e praticamente ermetico contro la corrosione salina, è la scelta d’oro per chi ha la pelle delicata o è allergico al nichel. Non a caso, è il preferito dagli irriducibili del piercing estivo.
Se il titanio è troppo elitario, c’è l’acciaio chirurgico, altro materiale robusto che resiste bene a salsedine e sabbia, purché dopo ogni bagno venga sciacquato con acqua dolce, perché anche a lui piace la “doccia” post mare. Per chi vuole osare con qualcosa di meno comune ma molto stabile, c’è il niobio, un metallo che non si lascia corrodere e mantiene la sua lucentezza senza scolorire sotto il sole o a contatto con il sale.
Per chi ama muoversi in acqua, però, serve flessibilità: ecco allora che entrano in gioco Bioplast e Ptfe (Politetrafluoroetilene), due materiali plastici biocompatibili che donano comfort, elasticità e sono ideali per piercing in zone soggette a movimento continuo, come l’ombelico.
Una questione di zone e materiali
Non è solo una questione di materiali, ma anche di posizione del piercing.
Piercing come helix, conch e rook, posizionati nell’orecchio esterno e nella cartilagine, convivono male con sabbia e attriti, perché rischiano di irritare e graffiare la pelle. Il naso, con nostril e septum, non ha da temere l’acqua salata, che addirittura aiuta a pulire, ma la sabbia e l’inevitabile sfregamento con gli asciugamani restano una condanna.
Il piercing al navel è il più vulnerabile: continuamente bombardato da sfregamenti e infiltrazioni di sabbia, è il punto caldo delle infezioni estive. Le cose si complicano ancora di più per piercing sui capezzoli o i surface piercing, che sono carismatici e scenografici, ma in spiaggia si trasformano facilmente in potenziali calamità infettive se non completamente guariti.
E quali gioielli evitare per non peggiorare la situazione? Tutti quelli placcati in oro o argento, che il sale ossida e scolorisce senza pietà, e qualsiasi metallo di dubbia provenienza o bigiotteria cheap che oltre a ingrigirsi apre la porta a infezioni e irritazioni.



