Un bel colpo di scena degno di un thriller di bassa lega: è stato fermato un uomo per l’omicidio di Bala Sagor, detto ‘Obi’, il giovane bengalese ventunenne che è stato brutalmente ucciso e poi infilato in un sacco nero, abbandonato in un fossato nella zona di via Primo Maggio a Spoleto. E come se non bastasse, il freddo protagonista del misfatto è un trentaduenne ucraino di nome Shuryn Dmytro, il quale ora si gode la compagnia delle sbarre nella Casa di Reclusione della città.
La magistratura di Spoleto ha deciso il fermo dopo aver ammassato “gravi indizi” responsabilizzanti il povero Dmytro non solo per l’omicidio – ovvero il gesto di una cruda violenza non proprio descrivibile per educazione – ma anche per il macabro “depezzamento” del corpo della vittima. Come se dividere un essere umano per nascondere le tracce fosse un’arte nascosta da ammirare.
Il cerchio si è stretto grazie all’infallibile gioco delle informazioni raccolte dai “conoscenti” di Bala e dai suoi “vicini” di casa, che prontamente si sono trasformati nei migliori investigatori della situazione — siamo sicuri che la solidarietà di quartiere abbia fatto miracoli. Banditi gli alibi, in mancanza di migliori idee per giustificare il macello.
Come se non bastasse la testimonianza umana, le indagini hanno usufruito del prezioso contributo delle famiglie moderne: le telecamere di videosorveglianza installate lungo le vie del paese e persino in abitazioni private hanno immortato ogni movimento sospetto, trasformando Spoleto in un set da Grande Fratello indefesso. Non si sono scordati nemmeno della bicicletta della vittima, il cui esame ha fornito ulteriori indizi su questa oscena tragedia.
Non contenti di questo spettacolo già da brividi, gli inquirenti stanno continuando a scavare come archeologi della disperazione, alla ricerca di eventuali parti del corpo che il nostro eroe ucraino avrebbe pensato bene di nascondere altrove. Nel frattempo, Dmytro si gode il fresco dell’aria carceraria e un notevole salto di livello sociale, passando dall’anonimato a detenuto famoso.



